Il mondo editoriale che non t’aspetti. Intervista ad Alice Di Stefano, autrice di Publisher
Alice Di Stefano per professione è un editor. Figlia della compianta scrittrice Cesarina Vighy, ha creato la collana Le Meraviglie – incentrata sulla narrativa umoristica in ogni sua sfumatura – e si occupa della narrativa italiana a tutto tondo per la casa editrice Fazi dal 2008, scegliendo e curando i testi degli autori italiani, esordienti e non. Con “Publisher” (pp.348 €16), ha coraggiosamente scelto di esordire – proprio edita da Fazi – ponendo al centro del suo libro d’esordio…se stessa e suo marito, Elido Fazi ovvero il Publisher, l’Editore. Messa così potrebbe sembrare un libro meramente farsesco e autocelebrativo ed invece la Di Stefano padroneggia bene il genere dell’autofiction – in gran voga in Francia mentre in Italia è Antonio Pascale il suo più riuscito interprete – e armatasi di una bella dosa di ironia ha voluto raccontare la sua vita a stretto contatto con il mondo editoriale italiano, fra luci ombre e protagonismi d’ogni sorta. Se all’inizio era quasi uno scherzo, Publisher finisce per fotografare il mondo editoriale da dietro la scrivania, dalle riunioni interne alle cene con gli autori, dai brindisi festosi sino alla crisi attuale, consegnandoci un ritratto divertito e divertente, senza troppi fronzoli né deferenza.
Con un tono ironico tratteggia la follia, il lato grottesco, l’estrosità del mondo letterario. Com’è nato questo libro?
«Il mondo letterario in realtà era solo lo sfondo su cui far muovere i miei personaggi, appartenenti di necessità all’ambiente dell’editoria. Il protagonista del libro, infatti, dopo aver vissuto diverse metamorfosi attraversando i settori più diversi (dal giornalismo economico al business alla politica), decide di diventare editore. Al centro del romanzo pongo la vicenda paradigmatica di un ragazzo che, partendo da un piccolo paese di provincia, arriva a costruirsi una vita e una carriera grazie a un carattere e una tenacia davvero speciali. I miei modelli, a dire il vero, per questa che si potrebbe definire un’auto-biofiction umoristica, sono stati la commedia sofisticata americana degli anni Trenta ovvero quei film con coppie litigiose che vanno avanti a forza di battute brillanti e piccoli dispetti per tutta la durata del film».
È stato arduo convincere suo marito a pubblicare questo libro incentrato sul suo ritratto ironico?
«Un po’. A nessuno piace essere preso in giro, seppur bonariamente. Però, nel momento in cui ho deciso di mettermi in gioco anch’io, costruendo il personaggio dell’ochetta sprovveduta ispirato direttamente alla mia persona, come per magia, si è convinto. Quando il gioco meta letterario, peraltro scoperto, è divenuto fiction e la chiave ironica si è mostrata in grado di scavalcare il vissuto, distaccandosi dalla realtà, il Publisher ha dato il suo assenso a quella che già in partenza appariva come qualcosa di diverso rispetto ad una mera biografia romanzata. Proprio il fatto che Elido Fazi, per i più, non sia poi così famoso, mi ha dato l’opportunità di trasformarlo in un personaggio da romanzo che del corrispettivo in carne ed ossa conserva solo il nome».
Alice conosce il Publisher al Premio Strega. Il suo impatto con il mondo editoriale com’è stato? Si immaginava un mondo diverso?
«In realtà non immaginavo nulla. Venendo dall’università e desiderando proseguire con la carriera accademica non mi ero mai soffermata a pensare come fossero altri ambienti e come potesse essere lavorare in una casa editrice. Per me era la prima volta anche al Premio Strega e vedere tutta quella folla in ghingheri sotto i proiettori per la diretta televisiva, è stato semmai divertente e creativamente molto stimolante proprio per il contrasto, così netto, con l’ambiente più statico che ero abituata a frequentare».
Una curiosità: ma le riunioni con gli uffici stampa sono davvero come le riporta?
«A volte, all’interno di una casa editrice, può succedere che ci siano scontri di opinione. Come in tutti gli ambienti, poi, possono capitare giornate difficili. Gli esiti delle varie riunioni tuttavia, se rivisti in chiave ironica e fuori dal loro contesto, magari a distanza di tempo, con un occhio un po’ più distaccato, possono diventare facilmente fonte di ispirazione romanzesca. Deformazioni fantasiose, insomma, sono possibili nonché riutilizzabili in funzione catartica».
Nel mondo editoriale le hanno mai fatto pesare il suo rapporto con Fazi?
«Periodicamente. Io però non ho mai capito questo tipo di attacchi. Sono laureata, addottorata, per anni ho insegnato Letteratura contemporanea all’università e la Fazi è un’azienda privata. Spesso, insomma, da raccomandata finisco per essere discriminata tanti e tali sono i commenti (anche cattivi se non volgari) o i pregiudizi su di me».
Lei cura la collana Le Meraviglie. Con che intento è nata?
«Le Meraviglie più che una collana è un contenitore accogliendo in sé, oltre alla fiction, libri di varia e guide insolite come quelle per vivere e trasferirsi all’estero. La collana di narrativa “Le Meraviglie FICTION” nasce tuttavia nel chiaro intento di coltivare con sempre maggiore attenzione il genere umoristico, inteso in senso ampio, in tutte le sue declinazioni».
E cosa possiamo annunciare delle uscite in arrivo?
«L’uscita imminente è “Adelante” di Silvia Noli che sarà in libreria il 13 febbraio. La Noli affronta e mette in pagina il precariato a tutti i livelli, da quello esistenziale a quello sentimentale e ovviamente quello lavorativo. Non è affatto facile parlare di precarietà con un tono leggero ma noi crediamo molto in questo romanzo d’esordio (Riccardo Gazzaniga ha definito la Noli come l’Amelie Nothomb italiana, ndr). Ad aprile uscirà “La ragazza di Scampia” di Francesco Mari. Si tratta di un avvincente gioco metalettario, dove si affrontano con ilarità alcuni fra i successi editoriali più recenti. Ed infine, in vista del Salone di Torino, arriverà il nuovo libro di Francesco Muzzopappa. Dopo il successo del suo libro d’esordio, “Una posizione scomoda“, Muzzopappa cambia registro e in “Affari di famiglia” darà voce ad una vecchietta aristocratica che inscenerà il proprio auto-rapimento. Il secondo libro è sempre un momento difficile per gli autori ma questo libro conferma il suo talento».
Sembrano tutti titoli molto promettenti…
«Ho deciso di imbarcarmi nella battaglia sull’umorismo e voglio andare sino in fondo con l’obiettivo di sdoganare questi libri e avvicinarli al pubblico senza pregiudizi».
Francesco Musolino®
Pubblicato il 2014/02/08, in Interviste con tag adelante, alice di stefano, autofiction, editoria, elido fazi, fazi, francesco mari, francesco muzzopappa, le meraviglie, publisher, salone del libro, silvia noli, torino, umorismo, vighy. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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