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Le scimmie di Berselli cadono dagli alberi e imparano la lezione. Noi no.
Fine umorista, Alessandro Berselli con “Anche le scimmie cadono dagli alberi” (Piemme) torna alla scrittura umoristica dopo aver firmato diversi romanzi noir. Samuel Ferrari, il suo protagonista, lavora per una bieca multinazionale che sta allegramente distruggendo il mondo – cosa che gli procurerà non pochi problemi – ma la sua è un’esistenza anestetizzata, disimpegnata, forse persino educata all’errore. Sul suo cammino di sopravvivenza esistenziale – frustrato da un padre che lo vorrebbe in divisa e con una sorella fin troppo svampita – Samuel Ferrari rappresenta “un Peter Pan terminale” che si scontra con un universo femminile – rappresentato dalla collega Anna, la compagna Giada, la sorella Violet e la misteriosa Milf made in Japan – cinico e fin troppo determinato a prendere ciò che vuole, con qualsiasi mezzo. Fra le pagine di questo caustico romanzo “spaventosamente contemporaneo” troviamo la celebre Generazione X ormai alla deriva, alienata e alienante, rappresentata da una galleria di casi umani che Berselli fotografa con maestria. Perché chi critica la scrittura umoristica, relegandola in second’ordine rispetto ai cosiddetti romanzi impegnati, non ha compreso che far ridere riuscendo anche a far riflettere è un’impresa davvero, davvero dura. Leggi il resto di questa voce
Il mondo editoriale che non t’aspetti. Intervista ad Alice Di Stefano, autrice di Publisher
Alice Di Stefano per professione è un editor. Figlia della compianta scrittrice Cesarina Vighy, ha creato la collana Le Meraviglie – incentrata sulla narrativa umoristica in ogni sua sfumatura – e si occupa della narrativa italiana a tutto tondo per la casa editrice Fazi dal 2008, scegliendo e curando i testi degli autori italiani, esordienti e non. Con “Publisher” (pp.348 €16), ha coraggiosamente scelto di esordire – proprio edita da Fazi – ponendo al centro del suo libro d’esordio…se stessa e suo marito, Elido Fazi ovvero il Publisher, l’Editore. Messa così potrebbe sembrare un libro meramente farsesco e autocelebrativo ed invece la Di Stefano padroneggia bene il genere dell’autofiction – in gran voga in Francia mentre in Italia è Antonio Pascale il suo più riuscito interprete – e armatasi di una bella dosa di ironia ha voluto raccontare la sua vita a stretto contatto con il mondo editoriale italiano, fra luci ombre e protagonismi d’ogni sorta. Se all’inizio era quasi uno scherzo, Publisher finisce per fotografare il mondo editoriale da dietro la scrivania, dalle riunioni interne alle cene con gli autori, dai brindisi festosi sino alla crisi attuale, consegnandoci un ritratto divertito e divertente, senza troppi fronzoli né deferenza.
Con un tono ironico tratteggia la follia, il lato grottesco, l’estrosità del mondo letterario. Com’è nato questo libro?
«Il mondo letterario in realtà era solo lo sfondo su cui far muovere i miei personaggi, appartenenti di necessità all’ambiente dell’editoria. Il protagonista del libro, infatti, dopo aver vissuto diverse metamorfosi attraversando i settori più diversi (dal giornalismo economico al business alla politica), decide di diventare editore. Al centro del romanzo pongo la vicenda paradigmatica di un ragazzo che, partendo da un piccolo paese di provincia, arriva a costruirsi una vita e una carriera grazie a un carattere e una tenacia davvero speciali. I miei modelli, a dire il vero, per questa che si potrebbe definire un’auto-biofiction umoristica, sono stati la commedia sofisticata americana degli anni Trenta ovvero quei film con coppie litigiose che vanno avanti a forza di battute brillanti e piccoli dispetti per tutta la durata del film». Leggi il resto di questa voce