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I nuovi mediatori culturali, dal web alla radio, dalla carta stampata alla tv.
La 29esima edizione del Salone Internazionale del libro di Torino è stata archiviata registrando, nell’arco delle cinque giornate complessive, un incremento di visitatori del 4,05% rispetto al 2015. Verrà ricordato come il Salone dei giovani (oltre 25.000 complessivi) e degli eventi in diretta streaming. Questa è stata l’edizione della kermesse torinese che ha concesso più spazio alle tematiche food e delle code sterminate per accedere agli eventi sold-out con Checco Zalone, Luciano Ligabue e Roberto Saviano. Ma una volta chiusi i cancelli, liberati gli stand dei padiglioni del Lingotto, restano sul campo tante domande sul futuro dell’editoria. Leggi il resto di questa voce
Stefano Piedimonte racconta : «sono un tipo un po’ naïf».
Napoletano, classe ’80, lo scrittore e giornalista Stefano Piedimonte è ad un punto di svolta. Dopo libri di successo (“Nel nome dello Zio”, “Voglio solo ammazzarti” e “L’assassino non sa scrivere”), è da poco tornato in libreria con “Miracolo in libreria” (Guanda editore, pp. 70), in cui indossa i panni di Aldo, un libraio di trincea che non vuole arrendersi dinnanzi al mercato e alle sue spietate leggi contro la bellezza. Il matrimonio di Aldo è ormai sull’orlo del baratro, sfiancato da incomprensioni finché una ragazza esile, timida, con i ricci e le labbra morbide, entra nel suo negozio come portata dal vento e…
Tre generazioni e la ricerca di un destino comune per ricominciare. Evelina Santangelo racconta “Non va sempre così”.
C’è un’urgenza che tracima dalle pagine del nuovo romanzo di “Non va sempre così” (Einaudi, pp.220 €19) della scrittrice palermitana, Evelina Santangelo. In questa storia che fotografa senza fronzoli la società contemporanea italiana, la protagonista è specchio dei nostri tempi. Tutto è fin troppo fuggevole nella sua vita, dagli oggetti di casa che le si sfasciano in mano al legame affettivo che si sgretola, dal fin troppo precario incarico di insegnante di sostegno sino ai ferventi valori che si acquietano, mesti. La Santangelo – già apprezzata editor e traduttrice – porta in pagina il confronto agrodolce e ironico fra tre generazioni; al limbo in cui si trova sospesa la protagonista, fanno da contrappeso la fiducia incrollabile nel progresso di suo padre e il ruolo di Matilde, la figlia teenager e i suoi desideri di felicità destinati ad essere disattesi. Finché in questo precariato esistenziale, piomba in pagina un’idea bizzarra, un progetto ecosostenibile che potrebbe ridare senso e speranze agli attori in pagina, creando un nuovo destino condiviso. Del resto, come afferma la Santangelo, «la mia protagonista sta come sospesa su una soglia tra un passato eroico impallidito e un futuro pieno di nebbie che fa sentire però la sua urgenza».
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#ioleggoperché e la lettura in Italia. L’opinione di Fabio Geda, Marco Missiroli, Stefano Petrocchi, Stefano Piedimonte e Nadia Terranova
Alla vigilia della sua prima edizione, la manifestazione #ioleggoperché si annuncia come una mobilitazione di massa sotto l’egida dell’Associazione Italiana Editori per promuovere la lettura. In campo ci sono numeri impressionanti come le 240mila copie di 24 longseller che verranno donati ai non-lettori da trentamila volontari, i Messaggeri. Giovedì 23 aprile sono previsti oltre mille eventi in contemporanea lungo tutta la penisola e c’è attesa per il ritorno dei libri in prime-time con la diretta (Rai3, 21.05) della serata condotta da Pierfrancesco Favino dall’Hangar Bicocca di Milano con numerosissimi ospiti per condividere insieme i libri amati. Un’iniziativa fortemente mediatica – ma non priva di critiche – tanto che #ioleggoperché ha persino un suo inno inciso da Samuele Bersani e Pacifico con Francesco Guccini: “Le storie che non conosci”. Basterà a superare la crisi della lettura? Gazzetta del Sud ha voluto approfondire il tema chiedendo ad alcuni scrittori cosa ne pensano. Leggi il resto di questa voce
«Nei libri possiamo trovare le risposte che cerchiamo». Letizia Muratori racconta “Animali domestici”.
Un giorno, Chiara affida all’amica il proprio diario di disordinate memorie convinta che l’unico modo per non dimenticare sia quello di affidare ad altri l’onere del racconto. Ciò che non s’aspetta è che l’amica Letizia – nonché voce narrante – decida di rielaborare tutto, raccontando la storia in modo diverso, viziandola con i propri ricordi e le proprie delusioni amorose. Ne viene fuori una commedia rosa con sfumature nere, in cui si muovono diverse figure femminili e tanti cani ma soprattutto un uomo dai tratti anticamente romanzeschi, Edi Sereni, con curiose abitudini e vizi da collezionista. La scrittrice e giornalista romana, Letizia Muratori, torna in libreria con “Animali domestici” (Adelphi, pp.218 €18) in cui il materiale autobiografico si mescola alla finzione ruotando sul tema della privazione e della memoria. Il tema del rapporto con la scrittura è centrale – come avveniva nel precedente romanzo “Come se niente fosse” (Adelphi, 2012) – ma stavolta la Muratori non si concentra sul ruolo sociale di chi scrive, piuttosto sulla moderna concezione dell’atto di scrivere, richiamando la serialità della tv, finendo per interrogarsi sul labile confine che passa talvolta fra i manuali di auto-aiuto e la rielaborazione narrativa del nostro vissuto ovvero sul potere latente che hanno i libri di migliorarci, di permetterci di esorcizzare un fase della nostra vita. Leggi il resto di questa voce
«Per ritrovare noi stessi dobbiamo avere il coraggio di perderci». Fabio Geda e il concetto della “serendipity”
Fabio Geda è uno di quei narratori capaci di trasmettere il puro fascino delle storie, la potenza grezza della narrazione. Nella sua voce, con una chiara inflessione piemontese, c’è traccia di quella medesima urgenza che riuniva le persone intorno al fuoco nella notte dei tempi e che oggi sopravvive, soltanto, nelle fiabe della buonanotte che i più piccoli esigono. Dopo il buon esordio con “Per il resto del tempo ho sparato agli indiani” e “L’esatta sequenza dei gesti”(pubblicati nel 2007 e nel 2008 con Instar) questo scrittore nato a Torino nel 1972, ha riscosso il successo internazionale con “Nel mare ci sono i coccodrilli” (Baldini&Castoldi, 2010) tradotto in 32 paesi, storia vera di Enaiatollah Akbari, fuggito da bambino dall’Afghanistan e approdato, dopo un lungo e travagliato viaggio, a Torino. Finché nel 2014 Geda pubblica il libro della svolta in cui i ragazzi cedono il posto di protagonisti assoluti in pagina. “Se la vita che salvi è la tua” (Einaudi, pp.240 €17.50) è un romanzo generazionale in cui si racconta di Andrea, insegnante sulla soglia di quarant’anni che, in crisi con la moglie Agnese, fugge a New York ed entra in contatto con la parte oscura della società dell’opulenza statunitense, divenendo lui stesso un clandestino sulla frontiera messicana – nel solco di grandi narratori americani – in cerca del senso ultimo della propria esistenza. Una ricerca che somiglia tanto ad una moderna Odissea, ispirata della serendipity, concetto british assai caro all’autore. Tutt’oggi Geda è impegnato in numerose iniziative attive a favore della lettura e non lesina critiche dirette al mercato dell’editoria, alla perenne ricerca dell’ultima tendenza ma spesso incapace di trasmettere l’amore puro per la narrazione in senso lato. Leggi il resto di questa voce
«@Stoleggendo. E continuerò a farlo». Adriana Falsone racconta i suoi giorni da #readerguest
@StoLeggendo. E continuerò a farlo. Un inizio, è vero, c’è sempre. Ma quel che conta è come scriviamo la storia e, magari ci avviamo alla fine. Che sarà un nuovo principio. Pieni di libri, di storie da raccontare e di vite da far vivere attraverso le nostre parole. O le loro, quelle degli autori che abbiamo scelto per rappresentarci. Un progetto nato per caso, una idea – del collega e amico Francesco Musolino – diventata collettiva, che ha permesso di far conoscere tra di loro uffici stampa, giornalisti, editor e appassionati al mondo dei libri. Ognuno con un percorso diverso.
Tre giorni per raccontarci. I titoli parlano per noi. Ecco perché nel mio percorso sono partita da una favola, anzi, una #TwiFavola. Un mondo incantato, di buoni sentimenti, in cui il bene e il male seppur con lotte e difficoltà, si incontrano e combattono. In quei giorni le “Favole al telefono” di Gianni Rodari hanno preso vita grazie a @Twitteratura e @StoLeggendo, due progetti che sposano la lettura. Dalle favole ai disegni passando per gli #eroiafumetti. Ed ecco che il mondo dell’antimafia è rivissuto attraverso i disegni di alcuni scrittori e giornalisti che in bianco e nero hanno raccontato un mondo a colori. Leggi il resto di questa voce
La scrittrice Claudia Priano in missione: sarà #readerguest dal Festivaletteratura di Mantova
Finalmente domani. Domani mattina partirò per Mantova e sono felice come una bambina a cui dicono domani si parte per il paese dei balocchi. Dividerò il viaggio con Cristina Parodi, amante dei libri, amante del festival, bibliotecaria che ce ne fossero, una che i libri li difende, li cura, li ama e contagia coloro con cui ne parla. Arriveremo a Mantova nel primo pomeriggio, la signora Teresa ci aspetta nel suo Bed&Breakfast, la signora Teresa che mi ha detto, vi vengo a prendere con la macchina, nessuna fatica e nessun disturbo, del resto mica vi porto in braccio. La signora Teresa.
Domani sarò a Mantova e seguirò tutto quel che sarà umanamente possibile per raccontarvi in un diario, nel mio solito diario, l’atmosfera e l’ossigeno che si respira a questa festa della cultura che compie già diciotto anni. E da Venerdì mattina sarò tutta per @Stoleggendo. La passione e l’entusiasmo di Francesco Musolino ha coinvolto tante persone, scrittori, giornalisti, editori, blogger, librai, editor, lettori e addetti ai lavori e il progetto va avanti e cresce e si trasforma. È una cosa bella, @Stoleggendo. Leggi il resto di questa voce
“Confesso che volevo solo avere più followers…”. Francesco Formaggi #readerguest di @Stoleggendo.
E allora è successo che a un certo punto della giornata (9:37 a.m.) mi arriva un messaggio privato su facebook. Penso: chi cazzo è a quest’ora?
Era febbraio, faceva freddo, stavo scrivendo, ero un po’ annoiato. Leggo: «Francesco, hai visto @Stoleggendo su twitter?» penso: Twitter? Chi ci vai mai su twitter? e poi: chi cazxx è Francesco Musolino?
Non lo conoscevo, davvero, di sicuro non lo avevo mai incontrato di persona, altrimenti mi sarei ricordato la faccia (sono andato subito a spiare le foto del profilo), e non mi ricordavo neanche se per caso ci eravamo mai scritti o parlati al telefono o cose del genere.
Va be’, però sembra simpatico. Sarà il solito rompicoglioni? Vediamo.
Rispondo: «Non ancora, che ci si trova?»
Lui risponde: «dagli un’occhiata…c’è già un calendario di scrittori e giornalisti che parteciperanno gestendo la pagina» e mi linka la pagina su twitter.
Poi scrive: «Se ti va di partecipare o se ti andasse di gestire l’account come #readerguest…»
Penso: ma che cazzo è? Gestire l’account? Non gestisco il mio, figurati gestirne un altro! Che cazzo significa #readerguest? Leggi il resto di questa voce