Stefano Piedimonte racconta : «sono un tipo un po’ naïf».
Napoletano, classe ’80, lo scrittore e giornalista Stefano Piedimonte è ad un punto di svolta. Dopo libri di successo (“Nel nome dello Zio”, “Voglio solo ammazzarti” e “L’assassino non sa scrivere”), è da poco tornato in libreria con “Miracolo in libreria” (Guanda editore, pp. 70), in cui indossa i panni di Aldo, un libraio di trincea che non vuole arrendersi dinnanzi al mercato e alle sue spietate leggi contro la bellezza. Il matrimonio di Aldo è ormai sull’orlo del baratro, sfiancato da incomprensioni finché una ragazza esile, timida, con i ricci e le labbra morbide, entra nel suo negozio come portata dal vento e…
«Scrissi un racconto per i Corsivi del Corriere della Sera, a Guanda il racconto piacque moltissimo e Luigi Brioschi mi chiese di pubblicarlo per la collana Microcosmi in una versione estesa. Sebbene io sia sempre stato molto aperto ai suggerimenti e alle proposte dei miei editor, quella volta ritenni di non volerlo ampliare perché mi sembrava che il racconto avesse un suo piccolo equilibrio: ampliarlo avrebbe significato stravolgerlo, mi sembrava una cosa poco onesta da fare, poco onesta con me stesso, prima ancora che con il lettore, pur considerando che la proposta di Brioschi era del tutto legittima e che proveniva da un editore di lunghissimo corso e di enorme esperienza, uno dei pochi rimasti. Proposi, quindi, di dividere il libro in due parti: nella prima c’è il racconto che scrissi per il Corriere, nella seconda mi firmo Giorgio Spinazzi e scrivo una parte del libro “Il treno mancato”, di cui Aldo, protagonista della prima parte del volume, è follemente innamorato tanto da farne una bibbia personale. Il treno mancato, però, è datato 1958. Ho dovuto quindi affrontare una sfida difficile e appassionante, quella di scrivere un libro la cui prima metà è in uno stile contemporaneo, mentre la seconda usa registri e modi di raccontare appartenenti a un tempo passato. Se è riuscita o meno, non devo dirlo io, ma il fatto che molti lettori siano andati a cercare su Google “Il treno mancato”, credendo che esistesse davvero e che davvero fosse stato scritto da questo tal Giorgio Spinazzi, mi fa sorridere e mi riempie di gioia».
Aldo e sua moglie vivono una crisi per una mancata reciprocità nella lettura di un brano. Ma un libro può far nascere un amore?
FRANCESCO MUSOLINO®
Pubblicato il 2015/10/12, in Interviste con tag aldo, amore, corriere della sera, google, guanda, lettura, libraio, libreria, miracolo, naif, napoli, piedimonte, spinazzi, treno mancato, zio. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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