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«Gli italiani perdonarono i fascisti vincenti, condannando gli sconfitti dalla storia». Pierluigi Battista ricorda il padre nel suo nuovo libro.
«I figli dei fascisti sono molto più di quanto si creda, talvolta i padri non hanno raccontato la verità sul proprio passato». Pierluigi Battista, celebre editorialista de Il Corriere della Sera, torna in libreria aprendo il baule della memoria con “Mio padre era fascista” (Mondadori). Spunto della narrazione è la scoperta di un diario, in cui il padre, Vittorio, rivive l’onta del declino fascista, le vessazioni subite dopo il crollo della Repubblica Sociale Italiana, per la quale combatté poco più che ventenne e lunga prigionia nel campo di Coltano, finendo per divenire esule in patria. Proprio il mancato rinnegamento della radice fascista, causò fra Pierluigi Battista e il proprio padre, anni di profonde incomprensioni. La fiera convinzione delle proprie idee, tanto da essere fra i fondatori dell’MSI e l’odio per i voltagabbana, non vennero compresi dal figlio che oggi, con queste delicate pagine, rivive alcuni momenti personali, utili per rileggere la storia d’Italia. Leggi il resto di questa voce
Stefano Piedimonte racconta : «sono un tipo un po’ naïf».
Napoletano, classe ’80, lo scrittore e giornalista Stefano Piedimonte è ad un punto di svolta. Dopo libri di successo (“Nel nome dello Zio”, “Voglio solo ammazzarti” e “L’assassino non sa scrivere”), è da poco tornato in libreria con “Miracolo in libreria” (Guanda editore, pp. 70), in cui indossa i panni di Aldo, un libraio di trincea che non vuole arrendersi dinnanzi al mercato e alle sue spietate leggi contro la bellezza. Il matrimonio di Aldo è ormai sull’orlo del baratro, sfiancato da incomprensioni finché una ragazza esile, timida, con i ricci e le labbra morbide, entra nel suo negozio come portata dal vento e…
Zellweger e il rischio di farsi scambiare per un cappello.
Siamo liberi di fare ciò vogliamo con il nostro corpo?
E gli altri, sono altresì liberi di giudicarci. O no?
Una piccola digressione sulla decisione dell’attrice Renee Zellweger – chi altri se non l’eterna Bridget Jones? – di ricorrere al chirurgo plastico, sollevando le reazioni dei propri fans sul web. E guadagnando tante copertine.
Di sicuro il mito dell’eterna giovinezza è un must imposto da Hollywood e dalle sue leggi di mercato spietate ma così come Nicole Kidman in “Australia“, oltre al gusto e alle preferenze personali bisogna capire, determinare, quale sia il limite oggettivo fra migliorare e rovinare il proprio volto. Leggi il resto di questa voce
Le “Note Civili” di Claudio Magris
In attesa di un nuovo, immenso romanzo, che tocchi daccapo le indimenticabili vette stilistiche di Danubio, Claudio Magris ritorna in libreria con Livelli di guardia. Note civili (2006-2011) edito da Garzanti. Fedelissimo commentatore del Corriere della Sera da quarantaquattro anni, in questo nuovo libro, Magris presenta al lettore una sua personale selezione di articoli scelti con progressione cronologica a partire dal 22 giugno 2006, cui aggiunge anche due testi inediti quali il discorso tenuto al Quirinale il 27 gennaio 2009, in occasione della Giornata della Memoria, Gli ebrei parlano a nome di tutti, e il discorso tenuto a Francoforte in occasione del conferimento del prestigioso “Friedenpreis des Deutschen Buchhandels”, il 18 ottobre dello stesso anno, Guerre vere e false paci.
Si evince subito come i testi proposti non siano una semplice raccolta quanto, piuttosto, un ricco mosaico dove una tessera richiama e si incastra alla perfezione con la successiva. In tal modo il lettore, andando a ritroso nelle pagine e così negli anni, potrà riscontrare la lucidità e talvolta la chiaroveggenza dell’intellettuale triestino che non lesina giudizi contro l’incompetenza della classe politica odierna, il travalicante populismo e la folle minaccia secessionista. In queste dense pagine che trattano temi e concetti universali – come la follia della Shoah e la necessaria difesa della Carta Costituzionale – trovano spazio anche piccoli fatti quotidiani mediante i quali l’autore denuncia esplicitamente l’odierno disprezzo per la cultura o la violenza verso i più deboli e qui, ancor più che altrove, Magris si sofferma mettendo da parte il suo pungente humour mitteleuropeo per indurre il lettore a riflettere sul degrado della res publica e sui nostri costumi che hanno ormai travalicato i livelli di guardia.
L’indipendenza, prima di tutto intellettuale di Magris, si palesa in prese di posizione scomode ma necessarie e così ne “Il sorriso del terrorista” non lesina sdegno contro terrorista Cesare Battisti, che gode della «solidarietà di clan di alcuni letterati in quanto autore di romanzi» ma, prosegue Magris, «se qualcuno scrivesse un capolavoro immortale (non sembra il caso di Battisti) e commettesse un assassinio dovrebbe finire in galera come chiunque altro».
Claudio Magris, Livelli di guardia. Note civili (2006-2011), Garzanti Libri, Pp. 208, Euro 18
Fonte: Settimanale “Il Futurista” – dicembre 2011