Rosamund Lupton rivela: «Beatrice e Tess mi hanno stupita»
Beatrice Hemming e sua sorella Tess, sono diverse come il giorno e la notte. Difatti se la prima è diligente sino alla noia, la seconda ha un animo vivace e artistico. Ma quando Tess scompare nel nulla per venire poi ritrovata con i polsi tagliati, sarà proprio la sorella a mettersi sulle sue tracce, per scoprire la verità, animata da semplici domande: perché Tess, con un carattere così solare, dovrebbe essersi suicidata? E il suo amante e il suo corteggiatore rifiutato, che ruolo hanno giocato in questa vicenda? Questo è l’avvincente spunto di Sorella, il romanzo d’esordio di Rosamund Lupton che è diventato un bestseller nel Regno Unito con mezzo milione di copie vendute, già tradotto in ben 31 lingue (in Italia pubblicato da Giano). Un thriller psicologico e insieme un giallo mai scontato, fanno di Sorella un libro che difficilmente si può mettere giù prima dell’ultima pagina.
Com’è nato Sorella?
«Sono molto legata a mia sorella e proprio questo rapporto così vivo è stato uno spunto determinante per questo romanzo d’esordio. Era mia intenzione riuscire a parlare di sentimenti forti che oscillassero dalla passione all’affetto, sino alla gelosia e mi incuriosiva molto la questione genetica. Ho studiato parecchio a riguardo e ho seguito molto le ricerche genetiche sulla fibrosi cistica prima di mettermi a scrivere: ci sono voluti tre anni per portarlo a termine perché volevo che la tensione fosse sempre alta sulla pagina, come in un thriller che si rispetti».
Lei si sente più simile a Beatrice o a Tess? Come ha costruito i due personaggi?
«Entrambe hanno qualcosa di me. Fra l’altro anche io, come Beatrice, ho una sorella più piccola, Tora, e persino oggi che lei è adulta e responsabile, mi sembra normale preoccuparmi per lei. Ma una volta create Beatrice e Tess, ho voluto lasciarle libere di evolversi e in qualche misura, alla fine, hanno sorpreso persino me che le ho create».
Perché ha scelto di strutturare il libro come fosse un monologo?
«Sono abituata a scrivere sceneggiati per la tv e questo mi dà grande confidenza con i dialoghi e con un modo di raccontare la realtà fatto di percezioni personali e immagini nette».
Il libro ha un finale a sorpresa e da brividi. Quando ha cominciato a scrivere sapeva già come sarebbe andata a finire?
«Sì una volta esaurite le ricerche mediche e genetiche sapevo con certezza la strada che volevo intraprendere su pagina tuttavia anche i personaggi secondari hanno avuto una curiosa e divertente evoluzione».
Un legame familiare sarà al centro anche del suo prossimo romanzo…
«Uscirà in Italia il prossimo inverno e tratterà dell’amore senza confini che una madre prova verso i propri figli. Per fortuna anche questo è andato benone nel Regno Unito forse perché mi sento molto a mio agio muovendomi fra il giallo e il thriller».
Francescomusolino.it
Fonte: settimanale Il Futurista – 23 febbraio 2012
Pubblicato il 2012/03/04, in Interviste con tag genetica, giano, lupton, mamma, rosamund, sorella, uk. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Thanks for sharing your lasett reads. As a lover of historical fiction, numbers two and three sound particularly interesting to me. Will add them to my TBR list. I just finished reading Wench by Dolen Perkins-Valdez, a novel about slavery in the 1850s just before the Civil War. It deals with some pretty harsh subject matter, but it’s such a compelling read. I highly recommend it.