Philippe Djian: «I giovani hanno voglia di vendicarsi»


Vendette (Voland edizioni; pp. 160), il nuovo romanzo di Philippe Djian è un libro lacerante, tanto da riuscire a farsi beffe del moralismo dominante nella società borghese non solo francese, capace di mostrare con chiarezza che le passioni, le emozioni, benché sopite sono ancora fortemente radicate nell’animo umano e possono irrompere nella vita quotidiana con un impatto devastante, facendosi beffe delle etichette sociali, travolgendo persino le amicizie più salde nel tempo, apparentemente granitiche. 

Djian – già autore di 37°2 al mattino, Imperdonabili Incidenze (tutti editi da Voland) – rende un esplicito tributo a Teorema di Pasolini con un romanzo che ci mette di fronte al dolore per la prematura perdita del proprio figlio che attanaglia Marc, scultore contemporaneo di grande successo, nella Parigi dei giorni nostri. Il baratro per la perdita e dell’autocommiserazione nel quale piomba rapidamente, renderà impossibile la sopravvivenza della sua storia d’amore con Élisabeth, decisa a non sopportare più il fardello del lutto. A quarantacinque anni, Marc piange Alexandre, il proprio figlio suicida, potendosi appoggiare solo sulla spalla di Michel e Anne, i suoi amici di sempre con i quali condivide un passato di azioni politiche ben poco ortodosse. Ma un giorno, nella sua vita piomba Gloria, la ragazza di suo figlio e Marc, sorprendendo tutti persino se stesso, la accoglie in casa. Una giovanissima, affascinante, imbronciata e incazzata lolita, viene ospitata in casa del padre del proprio ex e Marc, donnaiolo con una passione per la coca e l’alcool, è indeciso se questa sia una possibilità di redenzione o un castigo divino…

Qual è il suo personale rapporto con la vendetta?

«L’idea che sta alla base del romanzo è affrontare la vendetta e il perdono, anche se non li ho mai studiati in modo preciso. Un modo di analizzare questi sentimenti forti, che quando vengono interrotti portano alla rottura di legami. Io credo che sia meglio un legame violento piuttosto che non avere legami. I giovani hanno voglia di vendicarsi e questo è quello che prova Gloria, vuole portare il caos, come in Teorema di Pasolini ma al contrario».

Gloria afferma che il perdono è impossibile. Crede che il perdono sia possibile o che sia solo una facciata necessaria per la convivenza pacifica?

«Se dice che il perdono serve non è certo per ottenere un ambiente pacifico in cui vivere. Non c’è redenzione, ma piuttosto un’attitudine generale, non solo generazionale, verso un sentimento molle. Certamente non è bello basare le relazioni su questo tipo di sentimenti. Non è così semplice quando ti macchi di una qualsiasi colpa, venire perdonato. Se ti rompi una gamba, poi si aggiusta, ma resta sempre un punto debole. Gloria sa che deve vendicarsi e questo la tiene in vita, mentre il figlio di Marc si uccide, o forse è il suo modo di vendicarsi».

Qual è il suo rapporto con l’ispirazione letteraria? La attende o la insegue?

«Non esiste l’ispirazione, per fare della letteratura non si aspetta la grazia. La scrittura è un lavoro, bisogna scrivere, riscrivere, limare continuamente. L’ispirazione c’è solo nei film. Secondo me l’ispirazione non è una cosa da bravo scrittore».

Élisabeth dice a Marc che lasciarsi andare al dolore del lutto è inutile. Non le pare che l’elaborazione del lutto spesso sia più necessaria per la collettività, piuttosto che per chi ha subito la perdita?

«Non lo so, lei gli rimprovera che lasciarsi andare alla pena e alla tristezza è un modo di non affrontare il vero dolore. A volte si sviene per non affrontare il dolore. Ma il dolore del lutto è per chi resta, e per Marc sta nell’autoimpietosirsi che è quello che Elisabeth gli rimprovera».

Spesso si dice che l’opera d’arte sia un perfetto modo per scampare alla mortalità eppure le opere d’arte di Marc sembrano destinate all’autodistruzione. Crede nel potere salvifico dell’arte?

«No, appunto Marc sostiene il contrario e io penso lo stesso. Marc è un creatore che sa che il suo lavoro si distruggerà. Se credo che l’arte abbia un potere salvifico? No, non ce l’ha. Io non scrivo per essere salvato».

Leggendo “Vendette” si ha la sensazione che da un momento all’altro scopriremo tutto su Gloria, sul suo modo di fare e sulle sue misteriose compagnie. Al contrario lei sceglie con coraggio di mantenere molti punti interrogativi senza il classico punto di vista onnisciente.

«Penso che non c’erano dei lati della personalità di Gloria che mi interessassero tanto. Lei riesce a rompere l’amicizia tra i tre, poi finisce massacrata ma da un personaggio che non c’entrava niente con loro, in tutt’altra situazione. Gli altri suoi coetanei sono come dei suoi cloni con cui Marc non riesce neanche a comunicare, non parlano neanche la stessa lingua. È la ragazza alla fine che dice a Marc di andare dal suo amico, quindi anche se non c’è più Gloria lo stesso sentimento viene portato avanti perché le armi di Gloria e dei suoi amici sono più forti, come in Teorema il meccanismo è inesorabile».

Infine le giro una considerazione che Anne rivolge a Marc: fare sesso orale è tradire?

«Ma cosa vuol dire tradire? Negli Stati Uniti c’è stata tutta una teoria Clinton sulla differenza del sesso orale… Ma cosa vuol dire tradire. Fai male all’altro? no. Tradire è andare a denunciare un ebreo ai tedeschi. Se pensi che tradisci, allora tradisci. Ci sono a volte sguardi che tradiscono di più. Ti rendi disponibile all’altro e quindi già tradisci. Quando ero giovane ero molto geloso, certo non mi piace pensare che la mia compagna stia con un altro…

Francesco Musolino

Fonte: Satisfiction

Informazioni su Francesco Musolino

Francesco Musolino (Messina, 1981) è giornalista culturale e scrittore. Collabora con diverse testate nazionali, fra cui Il Messaggero, L’Espresso, Specchio e La Repubblica. Nel 2019 ha esordito con il romanzo L’attimo prima (Rizzoli, 2019), seguito dal saggio Le incredibili curiosità della Sicilia (Newton Compton, 2019) e nel 2022 pubblica "Mare mosso" (Edizioni e/o), un noir mediterraneo ispirato da fatti reali. Ideatore del no profit @Stoleggendo, membro del collettivo Piccoli Maestri, conduttore televisivo e docente di scrittura creativa.

Pubblicato il 2012/07/03, in Interviste con tag , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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