Federico Baccomo Duchesne: «Lo confesso, ho l’ossessione di voler far ridere».
«Uscire dal mondo legale mi ha liberato, questo è il libro che amo di più perché mi sono dovuto documentare per immergermi in un mondo che non conoscevo, in una vita che non vivrò mai. Questa è l’essenza della scrittura, lo spalancarsi delle prospettive». Dopo due romanzi di successo – “Studio illegale” e “La gente che sta bene” già trasposti cinematograficamente con successo – Federico Baccomo Duchesne nel suo terzo romanzo, “Peep Show” (Marsilio, pp.368 €18.50) abbandona il mondo degli avvocati per tuffarsi in quello della società dello spettacolo, spiandolo dal buco della serratura, con il sorriso sulle labbra e un pizzico d’amaro in bocca. Il suo protagonista, Nicola Presci, da un pezzo ha vissuto il suo quarto d’ora di celebrità da reality e dopo il lusso, facili conquiste sessuali e i cachet da migliaia di euro, per lui è giunto il tempo della disperazione, peggio, dell’anonimato. Perfetto prodotto della società dello spettacolo, Presci vorrebbe mantenere il rispetto di se stesso e, al tempo stesso, non uscire dal giro dello showbiz, un’operazione quantomeno complicata che lo condurrà a diventare autista, entrando in contatto con diverse celebrities nostrane – dalla Pausini a Jovanotti, da Baricco a Benigni – e il loro lato nascosto. Federico Baccomo possiede la capacità di creare dialoghi fulminanti, reali eppure surreali, riuscendo a far ridere di gusto lasciando in bocca al lettore il sapore amaro del verosimile.
Pubblicato il 2014/12/03, in Interviste con tag baccomo, battuta, bisio, cinema, federico baccomo duchesne, ho un libro in testa, marsilio, musolino, peep show, ridere, risata, showbiz, volo. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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