«Anche quando si scappa via lontano, le radici non si dimenticano mai». Maurizio Fiorino racconta “Amodio”.
A diciott’anni Maurizio Fiorino è andato via dalla sua città, Crotone, sfuggendo da un’atmosfera claustrofobica e all’estero il suo estro fotografico è esploso ed oggi viene celebrato in diverse mostre internazionali. Oggi, 30enne, vive e lavora a Milano ma nel suo primo romanzo – “Amodio” (Gallucci, collana Hd pp.152 €16,50) – racconta proprio la Calabria, con i suoi colori e tutte le sue contraddizioni celebrate anche da Pier Paolo Pasolini. In “Amodio”, è centrale il racconto della storia d’amore fra Armando e Amodio – il figlio minore di uno dei boss più temuti della ‘ndrangheta – in una terra spesso amara in cui il binomio omosessualità-mafia è inaccettabile, fonte di solitudine e quasi sempre letale. Il risultato è che questo romanzo d’esordio pur non essendo un libro autobiografico racconta una storia tremendamente verosimile, un grido di libertà contro l’omofobia in una Calabria ancora ricca di speranza.
Maurizio perché hai voluto ambientare il romanzo a Crotone?
«A diciott’anni ho lasciato casa. Il mio rapporto con la Calabria è sempre stato, a dir poco, di amore e odio. Ma questo romanzo è nato nella sezione delle statue greche al Metropolitan Museum di New York, dove ho provato una forte emozione come se quelli fossero i miei veri antenati. Lì ho deciso che avrei voluto scrivere un libro con dentro la mia terra che fosse un vero e proprio tributo alla Magna Grecia. Anche quando si scappa via lontano, le radici non si dimenticano mai».
«Quando mia sorella restò incinta sfogliammo il famoso libro dei nomi per giornate intere finché mi cadde l’occhio su Amodio. Pensai persino di aggiungere un secondo nome, divenendo Maurizio Amodio Fiorino ma con la burocrazia italiana non si scherza e alla fine, anni dopo, è diventato il titolo di questo libro».
Descrivi il centro storico di Crotone come uno dei posti più pericolosi in assoluto…
«Frequentando Napoli mi sono reso conto di quanto quella città sia gay-friendly. Il paragone con Crotone è stato immediato, lì i gay non sono affatto amati. Ma il personaggio secondario di Vincenzina è ispirata a un uomo sui 50 anni che si traveste e canta e vive nel centro storico di Crotone, dove viene considerata una vera regina. In queste case spesso fatiscenti c’è un’apertura mentale sorprendente soprattutto se raffrontata con la chiusura della borghesia cittadina. Credo che Pasolini avrebbe amato perdersi fra le vie di Crotone».
Del resto Pasolini è presente fra le pagine di Amodio…
«Dal 1952 al 1963 esisteva un premio Crotone, una sorta di premio Strega, che venne assegnato anche a Moravia e Pasolini. Quest’ultimo dedicò a Crotone la propria attenzione nell’estate del 1959 scrivendo parole che ferirono la sensibilità di molti, ottenendo persino una denuncia. Senza dubbio Pasolini è un punto di riferimento assoluto per me, un maestro».
Quel premio Crotone è scomparso da tempo.
«Già, un altro segno che la Calabria invece di andare avanti torna indietro».
Nel libro ci sono episodi forti episodi di omofobia che colpiscono i due protagonisti. È un libro di denuncia?
«A Crotone per strada me ne dicevano di tutti i colori durante l’adolescenza ma non me n’è mai fregato nulla ma fortunatamente non ho mai subito episodi di omofobia né di bullismo. Grazie a questo libro molte persone mi hanno avvicinato per raccontarmi le loro esperienze e tutto ciò mi commuove».
Ma come si può vincere l’omofobia?
«In Calabria? Solo con la cultura. È l’unico modo per aprire la mente delle persone e c’è ancora speranza che un giorno accada».
Maurizio hai fatto pace con la tua terra?
«Sì, certamente. Ci torno spesso e vi ho ambientato il secondo libro che ho appena terminato, ambientato a Fondo Gesù, un quartiere popolare di Crotone. È una città che amo e odio ma ogni volta che vi faccio ritorno e dall’aereo la vedo in lontananza, i suoi colori mi prendono al cuore».
Francesco Musolino®
Fonte: La Gazzetta del Sud, febbraio 2015.
Pubblicato il 2015/02/21, in Interviste con tag amodio, calabria, crotone, fiorino, fotografia, gallucci, la gazzetta del sud, libricome, metropolitan, musolino, omofobia, pasolini, Pier Paolo Pasolini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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