Alba Donati: «vorrei una scuola di critica letteraria per ribadire l’importanza della lettura».
Una scuola di critica letteraria che ribadisca l’importanza della lettura sin dai banchi di scuola. L’idea provocatoria, in un’epoca in cui pochi sono rimasti “semplici” lettori mentre la moltitudine ha colto la sfida della scrittura – in barba al continuo crollo del mercato editoriale – giunge da Alba Donati, direttore artistico della sesta edizione del Festival degli Scrittori tenutosi a Firenze dal 10 al 12 giugno. «Il bilancio è certamente positivo – afferma la Donati – abituati ai ritmi frenetici di molte kermesse, ci distinguiamo per incontri di altissimo livello fra scrittura e traduzione, intrisi di un’atmosfera positiva che coinvolge i lettori e aiuta il dialogo alla pari». Un format elitario ma vincente anche perché gli incontri svoltisi a Palazzo Strozzi hanno visto protagonisti grandi ospiti internazionali: dagli scrittori americani Michael Cunningham e Andrew Sean Greer (entrambi hanno regalato la lettura di propri inediti) al celebre linguista Alberto Manguel, dal poeta Edmund White al premio pulitzer Jhumpa Lahiri, che ha tenuto una sentita lectio magistralis. «L’elemento più felice di questa edizione – afferma la Donati – è la partecipazione di 100 studenti liceali di Firenze che hanno recensito i libri in concorso per il von Rezzori concorrendo al premio “Giovani lettori”. L’anno prossimo i ragazzi e il loro entusiasmo saranno al centro di tutto». Il festival degli scrittori – sostenuto dalla The Santa Maddalena Foundation presieduta da Beatrice Monti della Corte – racchiude il celebre “Premio Gregor von Rezzori” che quest’anno è stato
assegnato allo scrittore russo Vladimir Sorokin (Mosca, 1955) per “La giornata di un Opričnik” (Atmosphere Libri, tr. it. Denise Silvestri) quale migliore opera di narrativa straniera tradotta in Italia. La cerimonia di premiazione si è svolta venerdì 12 giugno a Firenze nello storico Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Il grande pregio del romanzo di Sorokin – si legge nella motivazione della giuria, presieduta da Ernesto Ferrero – è quello di aver ribadito come nella Russia del futuro prossimo sia ipotizzabile il ritorno di un dittatore spietato e brutale, narrando scenari molto cupi con un linguaggio che mescola i toni della propaganda sovietica a quello del folklore popolare. Sorokin (in Italia sono già editi “La coda” per Guanda e “Ghiaccio” per Einaudi mentre “La tormenta” uscirà in Italia nel 2016 per Bompiani) ritirando il premio dalle mani del sindaco di Firenze Dario Nardella, ha affermato che «i tempi sono maturi perché l’Italia ricominci a guardare all’est e alla narrativa russa» ed ha inoltre dichiarato: «tutti noi cerchiamo di cogliere il mondo attraverso la letteratura e qui ribadisco che è nostro dovere tenere gli occhi aperti sul potere». In un periodo storico così controverso per l’editoria è meritevole il fatto che il Premio von Rezzori sia tornato a premiare il ruolo dei traduttori con il riconoscimento a Federica Aceto quale miglior traduzione di opera straniera per “End Zone” di Don DeLillo (Einaudi). Un premio ancor più importante dal momento che ha permesso di parlare anche del movimento OccuPay che si prefigge di fare rete affinchè tutti i lavoratori nella filiera del libro, dai redattori sino ai traduttori – siano finalmente tutelati legalmente.
FRANCESCO MUSOLINO®
Fonte: GAZZETTA DEL SUD, giugno 2015
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