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Michael Cunningham: «Scrivere è un atto di speranza nel futuro».

Michael Cunningham

Michael Cunningham

Raperonzolo sta perdendo i suoi meravigliosi e lunghi capelli, Hansel e Gretel sono due teppisti senza scrupoli nei confronti della casa di marzapane di “una vecchia pazza solitaria”, la Bestia si prende la sua rivincita sulla Bella e il figlio di un re di un paese molto lontano, dopo essere stato tramutato in cigno, torna alle sembianze umane ma non del tutto. Memento di una diversità che lo segnerà per sempre, rendendolo tragicamente unico, inarrivabile. “Il cigno selvatico” (edito da La Nave di Teseo, tr. it. Carlo Prosperi) è il nuovo libro del noto romanziere Michael Cunningham – già premio Pulitzer con “Le ore” (edito da Bompiani, 1999) – in cui opera una rilettura, dark e irriverente delle fiabe della tradizione, da Biancaneve a Cenerentola, contaminandole con ossessione e ogni genere di malvagità, affiancata dalle pregevoli illustrazioni di Yoko Shimizu. Del resto già ne “La regina delle nevi” (edito da Bompiani, 2014), Cunningham aveva compiuto un proprio omaggio ad Hans Christian Andersen, mescolando atmosfere oniriche e realtà, illuminazioni e incubi. Michael Cunningham, fascinoso classe ’52, era senza dubbio uno degli ospiti più attesi alla 29esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino e il suo incontro, svoltosi nella Sala Azzurra con tutto lo stato maggiore della neonata casa editrice, La Nave di Teseo – a partire da Elisabetta Sgarbi – traboccava di lettori entusiasti. Leggi il resto di questa voce

Alba Donati: «vorrei una scuola di critica letteraria per ribadire l’importanza della lettura».

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Alba Donati

Una scuola di critica letteraria che ribadisca l’importanza della lettura sin dai banchi di scuola. L’idea provocatoria, in un’epoca in cui pochi sono rimasti “semplici” lettori mentre la moltitudine ha colto la sfida della scrittura – in barba al continuo crollo del mercato editoriale – giunge da Alba Donati, direttore artistico della sesta edizione del Festival degli Scrittori tenutosi a Firenze dal 10 al 12 giugno. «Il bilancio è certamente positivo – afferma la Donati – abituati ai ritmi frenetici di molte kermesse, ci distinguiamo per incontri di altissimo livello fra scrittura e traduzione, intrisi di un’atmosfera positiva che coinvolge i lettori e aiuta il dialogo alla pari». Leggi il resto di questa voce

“I romanzieri devono superare tutti gli stereotipi”. Michael Cunningham si racconta

Michael Cunningham

Michael Cunningham

Subito dopo aver ricevuto l’ennesima delusione amorosa, una luce nel cielo, un’aura che ha del soprannaturale rapisce l’attenzione di Barrett Meeks. È questione di pochi secondi ma quella visione tormenterà questo uomo, ateo e considerato un tempo un genio, stravolgendogli la vita, spingendolo verso la religione. Così prende avvio il nuovo romanzo di Michael Cunningham, “La Regina delle Nevi” (Bompiani, pp.288 €18) è uno di quei libri difficili da riassumere in poche parole. Il romanziere americano – bestseller e vincitore del Premio Pulitzer con “Le Ore” – ha preso spunto dalla tetra fiaba di Hans Christian Andersen per raccontare la storia di Barrett e di suo fratello Tyler, un musicista che ricorre alla droga per varcare la soglia dell’ispirazione e riuscire a scrivere la canzone perfetta in vista del matrimonio con Beth, malata terminale di cancro. Le tre esistenze dei protagonisti, pericolosamente in bilico sulla linea fra successo e fallimento, fra tenebra e luce, sono narrate in pagina con dolcezza da Cunningham, capace di raccontare anche la recente storia politica del suo paese, a partire dal secondo, inaspettato, mandato presidenziale per George W. Bush

Il suo libro, con i piedi ben piantati nella recente storia americana, trae spunto anche dalla fiaba di Andersen…

«Sono partito dal titolo di questa fiaba di Hans Christian Andersen perchè ero particolarmente attratto dalle parole “neve” e “regina” ma non sapevo affatto dove tutto ciò mi avrebbe condotto. Posso senz’altro dire che la storia di questo bambino condannato a vedere il mondo attraverso uno specchio maledetto mi ha colpito perché è un racconto assai diverso dalla fiaba classica». Leggi il resto di questa voce