On Writing ovvero Stephen King si svela (ma non troppo) al Fedele Lettore.
Pubblicato da Francesco Musolino
“La vita non dev’essere di sostegno all’arte, ma viceversa”. In questa frase c’è tanto di Stephen King, non a caso la giornalista Loredana Lipperini che firma la bella prefazione della nuova edizione di “On Writing” edita da Frassinelli, non esita a sottolinearne l’importanza: è “la biografia che si fa metanarrazione, ancora una volta”. Si dice spesso e sovente a sproposito, ma questa autobiografia – tradotta con cura da Giovanni Arduino – è davvero un libro necessario. Soprattutto per i veri lettori di King – cui decide di schiudere appena il suo antro creativo – e per chiunque desideri divenire scrittore. C’è una tesi di fondo in questo libro – che si apre con “Curriculum vitae” dove l’autore racconta la sua adolescenza piuttosto dolorosa fino al successo che giunge insperato e inatteso con “Carrie” – ovvero, non tutti sono destinati alla scrittura e per divenire scrittori si deve essere disposti a devolvere il proprio tempo alla causa, leggendo e scrivendo senza tregua. E bisogna farlo con gioia, altrimenti non servirà a nulla. Non a caso King confessa di scrivere ogni santo giorno – feste comprese – duemila parole, deciso a non alzare lo sguardo dal monitor prima d’aver assolto il proprio compito. E ciò accadeva anche quando abusava d’alcol, nicotina e sostanze varie. Eppure nonostante la devozione dei fan e i milioni di copie vendute nel mondo con libri cult come “It”, “Shining” o “Misery”, la critica continua a relegarlo in soffitta e non nell’olimpo degli autori come meriterebbe. Colpisce di questo libro la schiettezza con cui King si rivolge al Fedele Lettore, la motivazione iniziale (“Non ci chiedono mai del linguaggio” scrive nella prefazione) e il tema di fondo: si tratta di un libro breve perché “la maggior parte dei manuali di scrittura sono pieni di stronzate”. Dunque, cosa deve fare uno scrittore? Unire i puntini, ascoltare e osservare la gente intorno a lui, leggere e cercare di imparare soprattutto dai libri brutti cosa non fare e ovviamente esercitarsi a scrivere. In modo costante e servendosi della sua “cassetta degli attrezzi”: affinando il dizionario e il lessico utilizzato, usando i verbi in forma attiva, rifiutando gli avverbi ed eliminando tutto ciò che suona fuori posto. “Perché si scrive con la porta chiusa e si corregge con la porta aperta”, cercando di essere sempre onesti con il fedele lettore. “Non accostatevi alla pagina bianca con leggerezza” ribadisce King per poi aggiungere, “a costo di essere brutalmente sincero, se non avete tempo per leggere, non avete nemmeno il tempo (o gli attrezzi necessari) per scrivere. Punto e basta”.
On Writing. Autobiografia di un mestiere – Stephen King – Frassinelli, pp.283 €20 tr. it. Giovanni Arduino
Fonte: Gazzetta del Sud, 23 dicembre 2015
Francesco Musolino®
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Informazioni su Francesco Musolino
Francesco Musolino (Messina, 1981) è giornalista culturale e scrittore. Collabora con diverse testate nazionali, fra cui Il Messaggero, L’Espresso, Specchio e La Repubblica. Nel 2019 ha esordito con il romanzo L’attimo prima (Rizzoli, 2019), seguito dal saggio Le incredibili curiosità della Sicilia (Newton Compton, 2019) e nel 2022 pubblica "Mare mosso" (Edizioni e/o), un noir mediterraneo ispirato da fatti reali. Ideatore del no profit @Stoleggendo, membro del collettivo Piccoli Maestri, conduttore televisivo e docente di scrittura creativa.Pubblicato il 2015/12/26, in Recensioni con tag arduino, attrezzi, biografia, carrie, cujo, fedele lettore, francesco musolino, frassinelli, gazzetta del sud, king, leggere, lipperini, metanarrazione, misery, on writing, scrivere. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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