«Non esiste una ricetta per trovare la felicità». Intervista in anteprima a Silvia Noli, da oggi in libreria con “Adelante”


Nicola Battuello®

Silvia Noli fotografata da Nicola Battuello®

Come si vive al tempo del precariato? Quando l’instabilità ingloba tutto, sentimenti salute e lavoro, come si può anche pensare d’essere felici? E allora dovremmo forse smettere di crederci, piantarla di aspettarci il lieto fine e vivere in modo spietato e disilluso? L’esordiente Silvia Noli propone una terza via, ilare ma sagace, che mette in pagina nel suo “Adelante”, in libreria dal 20 febbraio per Fazi editore (Le Meraviglie fiction, pp.272, €13). Di lavoro in lavoro in lavoro, di precariato in precariato e con una famiglia alle spalle colorita, litigiosa e certo non d’aiuto, la protagonista di “Adelante” cerca un equilibrio in un tempo in cui tutto sembra sottosopra, senza però rinunciare al sorriso, al lato surreale della vita. Riccardo Gazzaniga (autore di “A viso coperto”, vincitore XXV° Premio Calvino) l’ha definita la Amelie Nothomb italiana. In anteprima per il mio sito, francescomusolino.com, l’esordiente Silvia Noli si racconta, rispondendo alla dichiarazione-provocazione di Fabio Volo su quanto valga uno stipendio da 1200 euro al mese…

“Avanti, sempre avanti”. Un motto di speranza per sopravvivere?

«Si, se l’interessato, come la protagonista di questa storia, non è in grado di ‘stare’, per cui crede di trovare scampo in un perenne moto da luogo e da se stessa, senza accorgersi di essere sempre punto a capo, soltanto più ammaccata. D’altra parte ‘stare’ con se stessa e con la realtà circostante richiede un grado di consapevolezza che non possiede ma della quale inizia a sospettare l’importanza… Allora via di nuovo a pedalare, in ricerca, ma di fretta, nell’unica modalità di cui è capace. Un viaggio maccheronico, di cui vale la pena tenere un diario e scattare foto a panorami e compagni di brigata. Ripercorrere i vissuti è d’altronde un lavoro da cercatori d’oro, ogni accidente, ogni personaggio è una pepita da cui estrarre aneddoti comici, insegnamenti, mattane e inaspettate rivelazioni».

Battiato parlava della ricerca di un centro di gravità permanente…secondo te esiste una ricetta per trovare la felicità nel tempo del precariato?

«Secondo me non esiste una ricetta per trovare la felicità ma un percorso terribilmente calloso per trovare semmai se stessi. Poi la felicità potrebbe manifestarsi in modo spontaneo, come una fioritura. Esistono tempi non precari? Esiste qualcosa di certo o permanente? Sapere che tra tre mesi non avrai più il posto di lavoro e hai sulle corna un contratto d’affitto o il mutuo e’ motivo di inquietudine profonda, l’ho vissuto e lo capisco, ma continuo a pensare che il senso di precarietà ci affligga da molto più lontano. Per quanto mi riguarda, non avrei saputo essere felice neppure in un paese e in un tempo ideali…ma la precarietà è d’altronde un ottimo alibi, come lo è dare la colpa a qualcosa di esterno per non dovere tirare fuori il coraggio e affrontare il cuore del problema».

Pochi giorni fa Fabio Volo ha dichiarato al Corriere (“Se mio figlio mi dicesse “Ho trovato un lavoro, 6 giorni su 7, 8 ore al giorno per 1200 euro al mese”, io dovrei essere contento? E lui dovrebbe essere contento?”). Che ne pensi? Una provocazione intelligente o un distacco dalla realtà delle cose?

«Si tratta di mediare. Di trovare un equilibrio tra le reali necessità dell’individuo, rispettando le proprie inclinazioni. Nella fattispecie un gran casino. Ho lavorato come un  pollo da batteria per uno stipendio ‘sindacale’, chiusa in un loculo per mesi, con la netta sensazione, anzi la certezza, di perdere tempo, energie e salute. Però avevo la macchina, due telefoni, molti vestiti e un tetto in condivisione sopra la testa. Potevo vivere con meno soldi e rilassarmi molto di più, invece ero stressata perché mi sentivo e vivevo come un automa. Sarei contenta se mio figlio, che adesso ha 22 mesi, sapesse trovare un equilibrio tra quello che comunque va fatto e quello che non bisognerebbe mai perdere per strada, la leggerezza, il benessere psicofisico, e naturalmente, la capacità di riderci sopra».

Riccardo Gazzaniga ti ha paragonata alla Amelie Nothomb italiana. E’ una bella responsabilità: ti ci ritrovi?

«E’ una dichiarazione raccolta alla festa della birra? Conosco bene Riccardo, di solito non si strapazza. Penso si tratti di uno svarione dettato dall’affetto fraterno che ci lega, non saprei spiegarla meglio. D’altra parte la Venerata Maestra non  verrà mai a conoscenza dell’azzardato paragone, la mia dignità è quindi salva».

Silvia…ma allo studio medico come la prenderanno?

«Il centro della salute in cui ho lavorato per anni e che meriterebbe un capitolo approfondito – in lavorazione – e’ fallito grazie a quel pirata del nostro ex direttore, ora radiato dall’albo dei medici. Pensa che all’inizio ero stata assunta per svolgere il lavoro di una fisioterapista quando non avevo che un diploma di massaggiatrice. “Farai solo massaggi decontratturanti”, avevamo dichiarato il primo giorno. Invece arrivava ogni tipo di paziente con ogni tipo di patologie. Quando avevo chiesto spiegazioni in merito mi era stato risposto dall’allora direttrice sanitaria che se non avevo bisogno di lavorare potevo dirlo subito… fuori c’era la coda. E funzionava tutto in quel modo! Medici dal curriculum dubbio, macchinari che non funzionavano a dovere… il tutto in un rinomato studio medico in centro città. Così, per non perdere il posto ma neanche spacciarmi per quello che non ero,  chiesi di passare allo sportello come segretaria, una carriera che raccomando a chi avesse spiccate tendenze autolesioniste: lavorare a contatto con un pubblico litigioso 6 giorni su 7 per 1200 euro al mese… Cosa diceva Volo a proposito?? Adesso lavoro per un grosso gruppo che ha rilevato il centro, dove  le cose quadrano e ho molti meno spunti letterari!»

Il prossimo libro sarà per Daniela?

«Sto abbozzando una naturale continuazione di questo testo… per cui… si, il suo zampino, anzi la sua treccia, sarà sempre al centro delle cose».

Silvia Noli vive a Genova, dove è impiegata full time allo sportello di un centro medico convenzionato con la mutua in cui espia in forma retribuita un tenace karma di capro espiatorio. Attualmente è in cerca di una nuova casa, un nuovo lavoro e un nuovo equilibrio. Non di un fidanzato. Sogna di laurearsi in arabo, far crescere i capelli e ottenere il patentino di gattara per occuparsi di una colonia felina dog friendly. Questo è il suo primo romanzo.

Francesco Musolino®

Informazioni su Francesco Musolino

Francesco Musolino (Messina, 1981) è giornalista culturale e scrittore. Collabora con diverse testate nazionali, fra cui Il Messaggero, L’Espresso, Specchio e La Repubblica. Nel 2019 ha esordito con il romanzo L’attimo prima (Rizzoli, 2019), seguito dal saggio Le incredibili curiosità della Sicilia (Newton Compton, 2019) e nel 2022 pubblica "Mare mosso" (Edizioni e/o), un noir mediterraneo ispirato da fatti reali. Ideatore del no profit @Stoleggendo, membro del collettivo Piccoli Maestri, conduttore televisivo e docente di scrittura creativa.

Pubblicato il 2014/02/13, in Interviste con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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