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«Mi sta strettissimo il mio corpo, mi sta strettissima la mia testa». Antonella Lattanzi si racconta

Uno sconosciuto episodio di guerra chimica segna la genìa di Giovanni, un bimbo di sette mesi che nella Bari del 1943 sopravvive ad un episodio terribile ma tenuto sotto chiave, celato alla memoria storica degli italiani. Comincia così, con pagine fulminanti, Prima che tu mi tradisca, il nuovo romanzo della scrittrice barese Antonella Lattanzi (Einaudi, pp. 432 €19). La narrazione però compie subito un brusco salto in avanti e l’autrice, con una prosa musicale che ci restituisce persino i versi e i rumori propri della quotidianità, racconta la sorte di due sorelle assai diverse, Michela e Angela J. Sarà quest’ultima, nel bel mezzo di un momento clou per lo svolgersi dell’esistenza della sorella, a scomparire nel nulla, lasciando al suo posto solo tante domande ma nessuna risposta. Prima che tu mi tradisca è un romanzo a cavallo con il tempo, un libro sospeso fra gli anni ’90 e il 2000, dove micro e macro storia si incontrano e si scontrano, dandoci il senso del tutto. Illuminati dal rogo del Petruzzelli, dal gol di Cassano e da altri episodi che hanno segnato la nostra vita e cristallizzato gli attimi, la Lattanzi ci prende per mano, danzando con una prosa sicura ma frenetica che oscilla fra Bari e la sua Roma, sempre all’ombra oscura dei tradimenti, condanna perenne cui nessuno dei suoi personaggi sembra capace di affrancarsi, spezzando la catena che dal torto porta alla vendetta.
Dopo l’esordio disturbante con Devozione, Antonella Lattanzi ritorna in libreria con un nuovo romanzo. Da non perdere. Leggi il resto di questa voce