Librai al tempo del Kindle: Filippo Nicosia e Massimiliano Timpano si raccontano
Umberto Eco in “Non sperate di liberarvi dei libri” (Bompiani, 2009) afferma profeticamente che il libro è un oggetto finito, perfetto, per questo insuperabile. Ma è davvero così? Da anni le librerie devono fare i conti con un calo costante delle vendite eppure l’offerta editoriale – complice una scriteriata produzione online – è in costante aumento. Insomma, se scrivere libri è diventato un must, acquistarli e per giunta leggerli, sembra sempre più un’utopia. A ciò si aggiunga che da anni l’ossessiva ricerca del fenomeno editoriale spinge i gruppi editoriali a “lanciare sul mercato” decine e decine di progetti con prezzi e formati editoriali diversi (in questi giorni Mondadori lancia i “flipback”, i libri che si leggono in orizzontale…) ma tutto ciò fa sì che il ciclo vitale di un libro sia sempre più breve: di fatto il passaggio dal banco novità allo scatolone delle rese si compie nel giro di un paio di mesi appena. In questo scenario in divenire in cui ebook ed ereader sono ancora attori marginali destinati a diventare protagonisti, La Gazzetta del Sud ha scelto di compiere un viaggio fra le librerie e i lettori, fra editori e trend editoriali, offrendo una bussola ai nostri lettori.
Un viaggio che comincia con due libri e storie personali assai diverse. Il grintoso trentenne Filippo Nicosia, dopo anni vissuti a Roma come ufficio stampa, la scorsa estate ha deciso di mollare tutto per tornare nella sua Messina, lanciando il progetto “Pianissimo”: una libreria itinerante a bordo di un furgone Fiat 900 restaurato, per girare in un lungo e in largo le strade provinciali italiane portando i libri in mezzo alla gente. Un progetto ambizioso che gli è valsa una meritata notorietà, da poco divenuto anche un libro (“Pianissimo. Libri sulla strada”, Terre di Mezzo pp.144 €13,50). Ma se Pianissimo «è un progetto corsaro», dopo aver migliaia di chilometri (in questi giorni Pianissimo è in tour nel Salento), Nicosia aveva voglia di «dar vita ad un posto in cui tornare». Così mentre molte librerie chiudono e tanti giovani lasciano l’Italia, da pochi giorni è nata Colapesce, una enolibreria situata nel centro di Messina che si propone come «una scelta alternativa». Così, insieme ai fratelli Nicola e Francesco, Filippo ci accoglie fra i tavoli del suo locale, acquistati a buon prezzo da un rigattiere romano, in un ambiente accogliente e colorato, fra libri e bottiglie di vino, mentre le cassette di legno diventano scaffali e ospitano vecchi telefoni e radio transistor. «Colapesce non è una classica libreria – continua Nicosia – ma un punto di incontro. Proporremo i libri invisibili della piccola e media editoria, introvabili nelle grandi librerie». Colapesce non sarà una classica libreria ma è pur sempre una mossa ardita. «Certo – risponde sorridendo Nicosia – ma io faccio di tutto per assecondare le mie passioni così Colapesce è l’emblema della mia visione pansicula: questa isola è piena di opportunità e io sono tornato per mettermi in gioco, costruire una famiglia e incontrare persone interessanti».
Il viaggio prosegue con una storia assai diversa, quella di Massimiliano Timpano, coautore con PierFrancesco Leofreddi di “Chiuso per Kindle” (Bompiani, pp.176 €9,50). Massimiliano, trentacinquenne romano, ha lavorato per anni in diverse librerie capitoline, alternando anche lavori diversi come il commesso e il pasticciere sino ad una esperienza all’estero con la BBC ma la scrittura è la sua passione come testimonia il successo di “Chiuso per Kindle”, un blog divenuto libro con l’idea di raccontare il folle mondo delle librerie non senza lanciare provocazioni al mondo editoriale e agli scrittori-vip. «Un giorno di due anni fa, Elisabetta Sgarbi (direttore editoriale Bompiani, ndr) si aggirava in libreria, le ho proposto l’idea del libro e lei ha accettato al volo». Ma è un libro-manifesto? «I libri si difendono da soli e la crisi è frutto del sopravvento del marketing sui librai: non è colpa dei megastore che sono cose ben diverse dalle librerie. Piuttosto – prosegue Timpano – volevo difendere il ruolo del libraio, del resto se le librerie sono avamposti culturali e i libri sono munizioni allora i libri sono i soldati che lottano ogni giorno…e spesso ci rimettono le penne». Chiuso per Kindle è un libro dal tono goliardico, ricco di aneddoti, punzecchiature agli scrittori-vip e azzeccate tipizzazioni della clientela di una libreria. Tuttavia Massimiliano dopo l’estate tornerà a Londra per cercare lavoro: «almeno lì i curriculum li leggono davvero e se dovrò tornare a fare il barista, pazienza. L’importante è poter continuare a scrivere».
Francesco Musolino®
Fonte: La Gazzetta del Sud, Maggio 2014
Pubblicato il 2014/05/23, in Interviste con tag francesco musolino, futuro, indipendenti, indle, librai, libreria, londra, margine, missione, nicosia, pianissimo, sgarbi, terre di mezzo, timpano. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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