“Chi influenza i Book Influencer?”.

Come cambia il mercato del libro? Cosa possono fare gli editori per intercettare il flusso di “comunicazione emozionale” che nasce sui social network, grazie all’azione quotidiana degli influencer? Dati alla mano si tratta di un trend in continua ascesa, tanto che oggi il 51% degli utenti che acquista libri online è influenzato da blog o siti dedicati alla lettura. E ben il 18% dei lettori afferma che l’acquisto è frutto dell’interazione con community varie online. Sono numeri in costante aumento forniti dall’Associazione Italiana Editori su cui è giusto riflettere per comprendere soprattutto gli sviluppi futuri. E con tale auspicio, la stessa AIE ha organizza nella propria sede a Milano (29 maggio) il corso “Chi influenza i book influencer?. Una intera giornata dedicata ad “analizzare sia l’influencer marketing in generale sia il marketing del mondo editoriale”.

Il tema sarà introdotto da Paolo Armelli, freelance contributor su diverse testate dove scrive soprattutto di libri, serie tv e cultura pop. Una voce riconoscibile nel mondo variegato dei social. Del resto, si parla da tempo di book influencer, spesso con un atteggiamento snobistico, additando i social (o gli influencer, ovvero quelle personalità in grado di attirare consensi, generando curiosità su un titolo o un dato fenomeno editoriale) come il nemico assoluto per il mondo dei libri. “Abbiamo assistito – afferma Armelli – ad un atteggiamento volto a creare uno scontro a prescindere, come se gli influencer fossero l’arma letale contro le librerie e i librai. Ma è fuorviante. Oggi chi lavora nell’editoria, dagli uffici stampa in giù, deve necessariamente comprendere le potenzialità dei diversi social, riuscendo ad interagire felicemente anche con i book influencer”.

Paolo Armelli

Tegamini

Zelda Was a Writer (Riccardo Aloia – H2B Studio)

E così fioccano online profili – più o meno genuini – che realizzano storie su Instagram (o post o tweet). Fra questi l’AIE e Armelli hanno coinvolto due fra le personalità più eclettiche e originali: Francesca Crescentini (Tegamini) e Camilla Ronzullo (Zelda Was a Writer).Tegamini – con più di 53mila followers su Instagram – afferma di lasciarsi volentieri influenzare dai consigli dei librai e dagli uffici stampa. “Mi considero prima di tutto una lettrice, oltre ad essere traduttrice per professione” e dopo un paio di anni al marketing Einaudi oggi si professa “propagatrice di entusiasmi”. Nei confronti dell’atteggiamento talvolta ostile dei media classici, Francesca Crescentini sottolinea l’intenzione di lavorare di concerto con gli editori e i librai (“non c’è un orticello da difendere ma una battaglia comune per sospingere la lettura in Italia”) e il pubblico che la segue ne apprezza la genuinità dei contenuti, consapevole che lei “eviti accuratamente qualsiasi forma di compenso per influenzare i suoi gusti editoriali. L’etica – conclude – è un valore imprescindibile”.

Sulla medesima linea troviamo Zelda Was A Writer, “creativa e mangiatrice di libri, fondatrice del #Bookeaterclub, (nonché autrice de “La misura di tutto”, edito da Salani). Giornalista radiofonica, si è sempre occupata di libri, Camilla Ronzullo ha circa 53mila followers su Instagram e si muove da sempre nel mondo della parola. E così Zelda, non ama la definizione di bookblogger, “la mia firma è il mio stile personale, una comunicazione iconografica. Ho iniziato a fare foto ai libri dieci anni fa ma pochi lo capivano”. E riguardo al tema afferma: “non c’è nessuno che mi influenzi, ma sono convinta che non potrei fare altro che questo”. Dunque, chi influenza gli influencer? Il dado è stato lanciato e questa sfida determinerà (anche) il futuro della comunicazione. E della lettura.

Francesco Musolino

@GAZZETTA DEL SUD

 

Eleonora Lombardo: “Racconto Palermo con disobbedienza, fra l’eleganza dei cavalli e il mondo delle scommesse”.

Eleonora Lombardo si racconta in occasione del suo romanzo d’esordio, “La disobbedienza sentimentale” (Cairo editore) su “Gazzetta del Sud”.

Intervista a Nanni Moretti: «No, io non sono imparziale».

Ogni storia è illuminata. Intervista a Jonathan Safran Foer

Jonathan Safran Foer si racconta all’uscita di “Eccomi” (Guanda).

Il desiderio di scrivere e girare pagina | Scuola Holden&Taobuk (21-23 giugno 2019)

Andrea Pomella presenta ‘L’uomo che trema’: «Un reportage di guerra contro la mia depressione»

Amos Oz: «in Sicilia respiro aria di casa».

«Passeggiando per le strade di Taormina, passando in mezzo alle persone, ovviamente non capivo cosa dicessero ma il linguaggio del corpo e la gestualità mi hanno dato i brividi. Mi sono sentito improvvisamente a casa». Attesissimo, lo scrittore israeliano Amos Oz – i cui romanzi sono tradotti in 41 lingue – ieri è stato una delle stelle della serata inaugurale dell’ottava edizione del Taobuk – dedicata al tema Rivoluzioni – ritirando il Taormina Awards for Literary Excellence.

 

«La tecnologia? Croce e delizia delle nostre vite…». Jussi Adler-Olsen si racconta.

Jussi Adler-Olsen

«La tecnologia, usata con attenzione, esalta le nostre vite quotidianamente. Il problema è che basta davvero poco, una disattenzione, per perdere il controllo e diventare una vittima inconsapevole». I suoi libri sono tradotti in più di 40 paesi ed è considerato uno degli autori del crime scandinavo più importante. Dopo il successo ottenuto con La donna in gabbia e L’effetto farfalla, Jussi-Adler Olsen torna in libreria con Selfie (Marsilio, pp.544 euro 19) e in questa intervista esclusiva per Gazzetta del Sud racconta il lato oscuro della Danimarca, lontana dallo stereotipo del welfare perfetto, il razzismo strisciante sotto la politica dell’accoglienza e il modo subdolo in cui, in ciascuno di noi, possano convivere in equilibrio il bene e il male. Sino alla scintilla fatale, come accade in questo nuovo thriller che ruota attorno un dissoluto trio di giovani ragazze danese che sognano le luci dello showbiz e le copertine delle riviste, ma intanto sfruttano gli uomini e la generosità del welfare danese. Peccato per loro che qualcuno abbia deciso di far fuori “i parassiti del sistema”. Ed è così che torna in pista, ancora una volta, Carl Mørck e la sua celebre sezione Q, dedicata ai cold-case (i crimini non risolti). Mescolando passato e presente, si evince il ruolo preponderante che la tecnologia, gli smartphone e i selfie, possono avere nelle nostre vite: «basta poco per passare un confine e perdere il controllo».

Questo è il settimo libro su Carl Mørck. Ma com’è nata la sezione Q e com’è mutata la tua relazione con Mørck in questi dieci anni?

«Molti anni fa un conoscente di affari mi suggerì di scrivere una serie di poliziotti che si svolgeva in Danimarca. Ma ho scartato subito l’idea. Il lavoro di polizia è limitato da tutti i tipi di regole mentre io volevo essere libero di poter scrivere di qualsiasi cosa. Così, anni dopo ho inventato questo dipartimento del cold case, la sezione Q. L’idea era una serie di dieci romanzi, come capitoli di un grande romanzo che avrebbe raccontato la storia di Carl, Assad e Rose. Sapevo già chi fosse Carl per me e nel tempo il suo ruolo è mutato. Oggi è un grande amico, che di tanto in tanto mi infastidisce». Leggi il resto di questa voce

Fra Caravaggio e la vendetta spietata. Il ritorno di Lisa Hilton, aspettando “Ultima”.

DOMINA, LISA HILTON, LONGANESI pp.416 EURO 16,90

FRANCESCO MUSOLINO

Bionda, occhi cerulei, una laurea in Storia dell’arte ad Oxford e un talento per la scrittura che mescola adrenalina e ambientazioni suggestive, ironizzando sull’ego dei nuovi ricchi e concedendosi venature d’eros. La scrittrice inglese Lisa Hilton parla perfettamente l’italiano e con il suo libro d’esordio, Maestra (Longanesi), ha venduto  un milione nel mondo, tradotta in quarantadue paesi e destinata a sbarcare in tv con una serie prodotta da Amazon Studios. Con il secondo capitolo della sua trilogia, Domina riporta al centro della scena la sua eroina Judith Rashleigh, una donna bellissima, fiera e altamente pericolosa, disposta a seminare cadaveri sul proprio cammino per prendersi ciò che la vita le ha negato. Dimenticate le protagoniste remissive alla Rossella O’Hara perché Judith non crede nell’amore, considera i sentimenti un mero impedimento e rivendica il diritto di concedersi il piacere carnale senza alcun senso di colpa. Nelle primissime pagine di Domina, Judith ha provato a cambiare identità e ha aperto una piccola galleria d’arte nella sua amata Venezia – in cui la Hilton progetta di trasferirsi presto, con la figlia adolescente – cogliendone le sfumature di luce, incensandone la bellezza decadente. Occasione perfetta soprattutto per mettere all’indice il mondo dell’arte moderna e l’idea che si possa decidere a tavolino chi sarà il prossimo artista che il pubblico adorerà, immolando le emozioni dinnanzi al portafoglio. Ma la Hilton non crede nel lieto fine e nel giro di poche pagine quel mondo dorato e intoccabile, andrà in frantumi, ridotto in polvere e pulviscoli proprio alla stregua di un vetro di Murano. La trappola scatta con le sembianze di un ricco oligarca, Pavel Yermolov, che convoca Lisa per sottoporle la sua maestosa collezione e ottenere una valutazione; abbagliata dall’offerta e dalla possibilità di posare i propri occhi su alcune opere inestimabili, Judith vacilla e troppo tardi si renderà conto di essere finita in una trappola fatale. Centrale, come detto, è il contesto delle case d’asta e del mondo dell’arte tout-court e se nel primo libro l’artista di riferimento era Artemisia Gentileschi, stavolta al centro della scena troviamo Caravaggio, cogliendo sia i lati oscuri della biografia che le suggestioni per il presunto ritrovamento di una sua opera inedita, scatenando una adrenalinica battaglia fatta di mosse e contromosse, depistaggi e abboccamenti, destinata a lasciare sul campo altre vittime, più o meno colpevoli. Come andrà a finire? Presto per dirlo, ma la Hilton ha appena annunciato che la prossima primavera sarà pubblicato anche il terzo volume, Ultima, ambientato in parte in Calabria, decisa a “raccontare l’Italia da un punto di vista non convenzionale”, lasciandosi ispirare dalla controversa vita di Paul Gauguin.

FONTE: IL MESSAGGERO, 2017

Il grande ritorno di Rocco Schiavone, fra complotti e tradimenti.

PULVIS ET UMBRA – ANTONIO MANZINI – Sellerio, pp. 416 euro 15

FRANCESCO MUSOLINO

Pulvis et Umbra (edito da Sellerio) è la sesta avventura del vicequestore Rocco Schiavone, creato dalla penna di Antonio Manzini e felicemente già approdato sugli schermi di RaiDue, interpretato da Marco Giallini. Romano verace, Schiavone è stato strappato all’Urbe come punizione per la sua condotta non certo irreprensibile e il suo inserimento nella fredda Aosta stenta a decollare, fra giornalisti vendicativi e superiori ostili. Nel frattempo dal Ministero continuano a tenerlo nel mirino e a rendergli la vita difficile – verrà privato persino del suo ufficio e confinato in una sorta di sgabuzzino delle scope – e Schiavone reagirà malissimo, delegando tutto ai colleghi con esiti tragicomici. Il vicequestore Schiavone continua a rimpiangere e a vivere nel rimorso per la scomparsa della sua defunta Marina ma, nel frattempo, due figure femminili si fanno più prossime: il commissario alla scientifica, la siciliana Michela Gambino che crede nei complotti e soprattutto l’agente Caterina Rispoli, con la quale il feeling sembra già scattato da tempo e stuzzica il lettore. Schiavone inquadra tutta la propria esistenza nel tentativo di scansare le seccature eppure spiazza il lettore accogliendo il giovane Gabriele, il vicino di casa scapestrato, rivelando nei suoi confronti una tenerezza insospettabile, tanto da impartirgli persino burbere lezioni di vita da strada. Con questo libro Manzini conduce il proprio personaggio ad un giro di boa. Sarà impegnato in una doppia indagine per omicidio apparentemente non collegata e finirà per incassare una sonora sconfitta, chinando il capo, con amarezza alla Ragion di Stato e obbedendo agli ordini dei propri superiori. Ma Rocco dovrà fare i conti con gli amici di una vita e il loro voltafaccia inaspettato. Tempi duri si profilano all’orizzonte per il vicequestore Rocco Schiavone e in attesa della seconda serie su RaiDue – già in lavorazione – il libro è scattato, con merito, in cima alle classifiche di vendita. Riuscirà Schiavone a mandar giù i rospi e tenere a bada il suo amor proprio o prossimamente – con buona pace della sua passione per le Clark’s – sarà trasferito direttamente sulle Dolomiti, fra bufere e skylift?