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#HoLettoCose – Onora il babbuino (Michele Dalai, Feltrinelli, 2015)

#HoLettoCose – Onora il babbuino (Michele Dalai, Feltrinelli, 2015)

9788807031465_quarta.jpg.448x698_q100_upscaleChe libro ha scritto Michele Dalai? Faccio subito un passo indietro. Dalai è un omone con la barba e il sorriso buono. Potete seguirlo in tv o su twitter. Oppure no. Anche se è interista e non è bello dire certe cose perché è facile farsi una cattiva idea delle persone. Ma c’è una cosa che lo rende speciale: Michele Dalai è un editore – di quelli veri – e già il semplice fatto di credere nei libri in un simile momento, mettendoci la faccia e non solo, credo meriti un applauso. Ma a dirla tutta c’è un’altra cosa che gli fa onore.

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3DomandeCon Giulio Perrone (L’Esatto Contrario – Rizzoli)

3DomandeCon Giulio Perrone (L’Esatto Contrario – Rizzoli)

cover giuliDa qualche mese con #HoLettoCose recensisco libri in modo emotivo, scanzonato e non richiesto. Mi diverte e nei fatti provo ad infrangere l’immobilismo della carta stampata e non solo. Con le medesime linee guida – parlare di libri e autori intriganti, stavolta ponendo loro 3 domande e lasciandoli liberi di di argomentare – nasce la rubrica #3DomandeCon. La prima puntata ospita l’editore Giulio Perrone che esordisce nel mondo del romanzo con “L’Esatto Contrario” (Rizzoli).

Un caso di cronaca, letto in modo assolutamente casuale, è stata la scintilla che ha dato il via alla scrittura di questo romanzo, portando in pagina un 35enne – Riccardo – cui improvvisamente piomba addosso il passato, sotto forma di un omicidio che pesca nella memoria e nel cuore del protagonista. Una vita serena – scandita dal disimpegno, dall’amore per la Roma e condita da coinquilini parecchio sui generis – che improvvisamente impatta con la cronaca nera, aprendo a nuovi scenari e a prese di coscienza; Perrone lega la trama con un’impronta di humour genuino che si dimostra essere il suo valore aggiunto. Leggi il resto di questa voce

“Francesco Musolino è una persona cattiva”. Francesco Muzzopappa #readerguest su @Stoleggendo

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Francesco Musolino è una persona cattiva.

Mi ha buttato nella macchina di @Stoleggendo senza spiegarmi che fare il #readerguest per 3 giorni vuol dire grosso modo farsi risucchiare senza sosta dall’entusiasmo di follower bulimici di citazioni e consigli di lettura.

Francesco Musolino, che è una persona pessima, non mi ha mica detto che poi finisci per restare attaccato al pc a rispondere a tutti, retweettare, stimolare discussioni, stringere (virtualmente) la mano a bella gente gravemente malata di lettura come me.

SelfieMuzzopappa

SelfieMuzzopappa

Ecco, io sostengo che Francesco Musolino sia un soggetto da segnalare alla questura. Perché quando gli ho spiegato che avevo intenzione di lanciare il quiz #indovinalaquarta regalando autografi finti di autori in gran parte defunti, non mi ripreso dicendomi “ma sei matto”, “fatti ricoverare” oppure “che?”. Mi ha invece incoraggiato a fare del profilo la mia casa per 72 ore. E io l’ho fatto, regalando finte sigle di Twain, Proust, Keats, Tolkien e Nabokov. E ci sono anche dei pazzi che m’hanno seguito.

Per questo ringrazio Francesco Musolino, individuo da rinchiudere in qualche manicomio criminale, per avermi permesso per tre lunghi, stancanti ma entusiasmanti giorni, di citare autori di nicchia, quasi nicchissima (ammesso che il termine esista) come Wodehouse, Auslander, Sedaris, Moore, Paasilinna, Helgason, Torday e molti altri, maestri del grottesco, del surreale, del paradosso che si trasforma in commedia.

Ti odio, Francesco Musolino. E’ stato un piacere.

Francesco Muzzopappa, #readerguest del progetto lettura @Stoleggendo 3-5 aprile

Elvira Seminara a Messina: «Lo scrittore è un termovalorizzatore umano»

Grande riscontro anche per il quarto incontro letterario svoltosi giovedì 6 ottobre presso la libreria Circolo Pickwick di Messina. Dopo Francesco Fioretti, Nadia Terranova e Simonetta Agnello Hornby, la scrittrice e giornalista siciliana, Elvira Seminara ha incontrato i suoi lettori messinesi presentando il suo più recente romanzo, Scusate la Polvere (Edizioni Nottetempo) nell’ambito del cartellone di presentazioni mediterranee curate dal giornalista Francesco Musolino.

Un appassionante incontro durato o­ltre un’ora durante la quale la Seminara ha parlato di scrittura, donne, morte, religione e reincarnazione, dimostrando sempre charme e grande ironia. «Lo scrittore –ha affermato la Seminara – è un termovalorizzatore umano, cui spetta il compito di convertire emozioni, delusioni, successi, sconfitte, lacrime, risate, sogni e dolori in parole sulla pagina. E’ una vocazione la scrittura, un modo di leggere la vita stessa». Del resto, questa attenzione e questa cura, la Seminara la investe in tutta la sua vita, non solo nella scrittura: «Le mie amiche mi portano sacchetti con i loro gioielli rotti invece di buttarli via. Ma in generale raccolgo anche le ceramiche rotte, i manici delle borse e molto altro, per poi conservarlo con grande cura. Nascono così nuovi bracciali o creazioni estemporanee con la creta. Non butto via nulla – ha proseguito la Seminara – e allo stesso modo, con la scrittura, riprendo e riutilizzo le parole e talvolta, mi piace cercare nuove possibili combinazioni».

Il tema portante del suo ultimo libro, la morte, l’ha spinta a conversare anche su argomenti più alti con il pubblico messinese: «Sono protestante ma credo che tutto l’Occidente trarrebbe grande beneficio da un approccio buddista all’Io. Dovremmo imparare ad essere più distaccati, meno materiali». E ancora: «Credo fermamente nella reincarnazione, del resto, nei miei scritti ho ucciso e sono stata uccisa e ho vissuto gioie e dolori molto forti in modo così vero che non posso non pensare che in un’altra vista, in un altro corpo, devo aver provato quelle gioie e quelle stesse sofferenze».

Infine Elvira Seminara ha rivelato i suoi progetti futuri: «Un importante editore, visto il successo di questa dark comedy, mi ha offerto di inaugurare una nuova collana con un mio romanzo. Finalmente anche in Italia ci siamo aperti alla commistione di generi, senza l’ansia di porre etichette su tutto».

Fonte

David Foenkinos: «A volte credo che tutto sia già scritto… tranne il mio prossimo libro!»

David Foenkinos

David Foenkinos

David Foenkinos, parigino, classe ’74, al suo ottavo romanzo, La delicatezza (Edizioni E/O; tr. it. Alberto Bracci Testasecca, pp. 176; €17) sbarca finalmente nelle librerie italiane. L’autore dichiara di non credere affatto nel caso, eppure se avesse trovato un bassista probabilmente avrebbe seguito una carriera musicale. E invece con il primo romanzo, “Inversion de l’idiotie, de l’influence de deux Polonais” (Gallimard), ottiene il Premio François-Mauriac dell’Académie Française. Seguiranno diversi riconoscimenti, un adattamento cinematografico e una pièce teatrale.

Eclettico, d’una scrittura dalla dolcezza eterea ma ricca d’una comicità surreale e mai volgare, Foenkinos narra le vicende di Nathalie, costretta suo malgrado a ritornare alla quotidianità dopo la perdita dell’amato François: e così nella sua vita entrano Charles e lo strambo Markus, diversi ma entrambi decisi a contendersi il suo cuore.

L’autore gioca con il lettore sin dalla prima pagina: dissemina note, digressioni, anticipa gli sviluppi futuri, intromettendosi volutamente nella storia e prendendo continuamente di mira gli svedesi e i loro caratteristici frollini Krisprolls.

Stilos lo ha intervistato IN ESCLUSIVA. Leggi il resto di questa voce