«Ai giovani siciliani consiglio di lasciare la propria terra». Pietrangelo Buttafuoco e la sua “Buttanissima Sicilia”
Pubblicato da Francesco Musolino
«In Sicilia chiudono le aziende che fanno i succhi di arancia. E’ una follia, come se in Francia chiudessero le aziende che producono champagne». Il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco da oltre un mese sta attraversando la sua amata Sicilia per promuovere il suo polemico libro-pamphlet “Buttanissima Sicilia. Dall’Autonomia a Crocetta, tutta una rovina” (Bompiani, pp. 256 €12) in cui racconta senza mezzi termini, il degrado politico della sua terra. Dagli “enti mangiasoldi” alla falsa battaglia NoMuos, dalla “giostra della formazione” al generale clima di indifferenza in cui è piombata la Sicilia, Buttafuoco non risparmia nessuno, nemmeno gli stessi siciliani, senza mai lesinare l’appellativo colto ma sfottente al politico, da Raffaele Lombardo (“mastro don Gesualdo”) a Rosario Crocetta (“il grande bluff”). Il fine ultimo? Causare uno shock, provocare un risveglio nei suoi conterranei, con la richiesta esplicita di un commissariamento regionale e l’abolizione dello Statuto d’Autonomia Regionale, unico frutto reale della trattativa Stato-Mafia.
Lei parla di una Sicilia agognante che “affonda nella fogna mafiosa dell’Autonomia”. Un libro per dirsi tutta la verità?
«Piuttosto un libro per prendere coscienza di come stanno le cose. Amo moltissimo questa terra ma alla fine ha preso il sopravvento la rabbia. Così è nata la necessità di raccontare perché sia attuabile una presa di coscienza, cruda e aderente alla realtà delle cose».
Propone una cura d’urto: commissariamento e abolizione dello Statuto Speciale. Perché?
«Ci serve un trauma. Qualcosa che ci svegli e che ci allontani dal torpore. Dobbiamo mettere in discussione dalle fondamenta questo status quo. Visto che proprio in questo periodo si discute del Titolo V della Costituzione, sarebbe giusto che Matteo Renzi la smettesse di perdere tempo con l’abolizione delle Provincie e con la pantomima del Senato per affrontare la questione delle Regioni, dove prevaricazioni e lungaggini si sprecano».
L’Autonomia non è dunque utile?
«L’Autonomia è cosa santa e giusta ovunque. Ma in questa nostra terra rappresenta la fogna del potere, visto che preziosissime risorse come il patrimonio culturale, finiscono in balia dei meri interessi della Regione e del ceto pessimo politico che la governa».
Chiede un commissariamento per la Sicilia. Ha già in mente chi andrebbe bene?
«Penso ad una figura estranea alla politica, non un superpoliziotto, forse un imprenditore».
Descrive lo Statuto Speciale come l’unico frutto reale della trattativa Stato-Mafia. Conferma tutto?
«Certo! La concessione dello Statuto Speciale arrivò subito dopo la stagione separatista e sappiamo perfettamente che tutta una serie di interessi, anche extra nazionali, vennero a convergere in Sicilia per piegarla ad un’idea di feudalesimo industriale, causando la devastazione del territorio,il suo impoverimento. Tant’è vero che l’unica industria forte di Sicilia è il pubblico impiego».
Noi siciliani ci meritiamo tutto ciò?
«Non c’è dubbio che ce lo meritiamo, dovremmo accusare noi stessi per come ci siamo ridotti. Un tempo eravamo attori di primo piano nel Mediterraneo e oggi siamo piena periferia culturale. Sa qual è il vero problema? Con la morte dei nonni non ci saranno nemmeno più i soldi delle loro pensioni ad aiutare quei ceti familiari che già boccheggiano».
“Rosario Crocetta non risolve i problemi ma criminalizza i nemici”. E’ successo anche a lei…
«Il tutto avviene in tre gradi. Prima arriva l’accusa di omofobia, chi lo critica è mafioso. Poi è mafioso perché lui è il vessillifero del bene supremo. Infine chi lo accusa rischia di essere tacciato di attentato alla costituzione perché lui è il baluardo ultimo dell’autonomia siciliana».
Eppure, lei accusa, a Crocetta sembra venga concesso tutto…
«Lui costruisce l’alibi alla propria incapacità di governo attraverso l’alibi dell’ideologicamente corretto. Se fosse stato Cuffaro a cacciare Battiato dalla giunta regionale per sostituirlo con la propria segretaria, sarebbe scoppiato uno scandalo nazionale».
E con Crocetta non c’è stato alcun cambiamento?
«Nessuno. Pensi che persino i consulenti sono paripari ripresi dal suo predecessore. Non è cambiato nulla. Addirittura Crocetta è riuscito nel capolavoro di far rimpiangere chi è venuto prima di lui e la sua abitudine a sputare su Cuffaro è pura retorica».
Torna sulla grande polemica sollevata da Sciascia, ma come si combatte la “mafia dell’antimafia”?
«La mafia dell’antimafia è semplicemente il meccanismo con cui una determinata espressione del potere si arroga uno scudo di invincibilità tale che nessuno può osare criticarlo, pena incappare nell’anatema più feroce venendo bollato come mafioso. Guardi, la distinzione è semplice: una cosa è la mafia, una cosa è la mafia dell’antimafia, una cosa è la lotta alla mafia. Per farsi chiarire le differenze è sufficiente chiamare in causa Claudio Fava, un uomo che non ha mai utilizzato gli stilemi retorici di chi l’antimafia la declama e basta».
Un’ultima domanda. Cosa consiglierebbe ad un ragazzo siciliano dopo aver terminato gli studi?
«Il miglior modo per restare è andare via. Noi siamo come le lumache ormai, ci portiamo la casa appresso. La Sicilia ci procura sempre una fatica immane, ormai inutile. Serve uno shock per ritrovare la nostra terra».
Francesco Musolino®
Fonte: La Gazzetta del Sud, 3 agosto 2014
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Altro
Correlati
Informazioni su Francesco Musolino
Francesco Musolino (Messina, 1981) è giornalista culturale e scrittore. Collabora con diverse testate nazionali, fra cui Il Messaggero, L’Espresso, Specchio e La Repubblica. Nel 2019 ha esordito con il romanzo L’attimo prima (Rizzoli, 2019), seguito dal saggio Le incredibili curiosità della Sicilia (Newton Compton, 2019) e nel 2022 pubblica "Mare mosso" (Edizioni e/o), un noir mediterraneo ispirato da fatti reali. Ideatore del no profit @Stoleggendo, membro del collettivo Piccoli Maestri, conduttore televisivo e docente di scrittura creativa.Pubblicato il 2014/08/04, in Interviste con tag antimafia, autonomia, bompiani, buttafuoco, buttanissima, claudio fava, crocetta, francesco musolino, giostra della formazione, intervista, lombardo, mafia, nomuos, pietrangelo buttafuoco, pietro grasso, regione siciliana, rinuncia, sciascia, sicilia, siciliani, stato, statuto speciale, trattativa. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 9 commenti.
Rispondi Cancella risposta
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
Buona sera Francesco,
sono siciliana e in Sicilia sono e resto. Non comprerò il libro di Buttafuoco, mi è bastato leggere il suo L’ultima del diavolo e non lo comprerò anche perchè non amo e non giustifico chi dice ai giovani di lasciare questa terra perchè senza speranza. Loro, i giovani, sono la SPERANZA.
«Il miglior modo per restare è andare via. Noi siamo come le lumache ormai, ci portiamo la casa appresso. La Sicilia ci procura sempre una fatica immane, ormai inutile. Serve uno shock per ritrovare la nostra terra».
Del tipo: vado, torno tre giorni a Natale, una settimana a ferragosto e dico che bella e profumata che è la Sicilia! Spaventoso!!
Oh, sì, facile andarsene, difficile, difficilissimo RESTARE e A TESTA ALTA e PULITA.
La mafia? E’ ovunque, questo Buttafuoco penso debba saperlo.Non è con lo shock o col fiele sputato in abbondanza che si può svegliare un popolo, specie quello onesto, che c’è, eccome se c’è.
No, non comprerò il libro, continuerò a lavorare duro in Sicilia e ad educare quanti più giovani possibili all’onestà, alla legalità, alla forza del fare, dell’amare, del credere, del NON rinunciare..
Maria Rosaria
Buona sera Maria Rosaria,
legittima la sua posizione e grazie per avermi scritto.
Credo però che il libro vada comprato e letto perché svela retroscena e falsi cambiamenti inscenati in questo ultimo anno e mezzo, narrando con dovizia di particolari come l’avvento di Crocetta abbia portato una finta rivoluzione. Parlano i fatti e Buttafuoco si è esposto in prima persona. L’autore dice giustamente di voler provocare uno shock e io posso dirle la fatica di lavorare ogni giorno in un ambiente saturo e stantio in cui, ad esempio, la cultura è vista come un di più e non come una cosa fondamentale. Sì credo anche io che serva uno shock a noi siciliani, basta autonomia se non si riesce a farla fruttare. La speranza la nutro anche io ma non posso chiudere gli occhi davanti al degrado e all’abbandono in cui versa la nostra terra. Degrado morale, sociale ed economico.
Io ho deciso di restare contro i molti consigli ricevuti ma vorrei che cominciasse a cambiare qualcosa. E veramente.
A presto
Francesco Musolino
Scusate la mia intromissione,Non posso esimermi dall’esprimere il mio pensiero in merito alla discussione.Sono Cristian un ragazzo di 39 anni Siciliano sposato con quasi 2 figli piccolo imprenditore e innamorato della sua terra . Condivido in pieno il pensiero della sign,Maria Rosaria nei contenuti e nella passione espressa per la propria terra ed in merito al pensiero del Dott.Francesco Musolino credo proprio che debbano essere proprio loro uomini e donne di cultura artisti a portare i loro pensieri nelle scuole ai ragazzi ,negli oratori a far capire alle prossime generazioni che la scuola e’ fondamentale per crescere nella vita e nella societa’.in sicilia i dati sull’abbandono scolastico sono allucinanti come puo’ crescere e prosperare un popolo che regna nell’ignoranza,dove la criminalita’ ci sguazza e ne fa cio’ che vuole.bisogna puntare sulla scuola come dice matteo renzi e fondamentale e voi uomini e donne di cultura insieme alla gente onesta di Sicilia potete fare tantissimo,magari con meno convegni e salotti ed andare a portare la cultura e il senso civico nelle scuole, per poter dare domani un futuro ai nostri figli, visto, che il nostro e’ compromesso.scusate lo sfogo con la speranza di poter dare ai nostri figli una Splendida SICILIA ed una Splendida ITALIA!!! Cristian
Grazie per il tuo contributo Cristian.
Sì è vero che ciascuno deve fare la propria parte, sacrosanto. Però quando leggiamo sui giornali che l’ARS continua ad aumentarsi gli stipendi e assume personale su personale, si resta sbigottiti. Buttafuoco ha espresso una provocazione che condivido: spesso si sfruttano i giovani con stage e tirocinii e soprattutto con lavoro in nero sapendo che per uno che alza la testa ce ne saranno dieci pronti a subentrare in silenzio perché spesso andare via sembra una sconfitta, un’utopia. Io sono qui, a Messina, lotto e scrivo con passione da anni e mi impegno sul territorio promuovendo eventi gratis e aperti a tutti. Ciascuno deve fare la propria parte, ogni giorno. E si parte dalla scuola, sono d’accordo. Ma le cose devono cambiare anche ai piani alti, cambiare davvero. Non basta un nome e uno slogan. Per questo penso che l’autonomia, utilizzata in tal modo, sia inutile e dannosa e mette al riparo i nostri politici regionali anche dalla scure renziana contro i tagli – sacrosanti – alla politica.
Buongiorno,
non c’è dubbio che se vogliamo vedere un cambiamento dobbiamo tutti dare un contributo (sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo). Partecipazione attiva, dalla scuola alle piazze, dai libri al post su facebook! sappiate però che il mostro da sconfiggere è quello che le scuole le gestisce, così come le piazze e parte dell’editoria. E’ lo stesso mostro che gestisce il più importate canale di informazione, ovvero la televisione… quel mezzo che fomenta e al contempo seda un indignazione (dalla durata di pochi minuti) il cui unico obiettivo è quello di aumentare una sottomissione psicologica (e non solo) agli eventi.
Al momento l’unica prospettiva è quella di una sempre più continua scanna tra poveri ( es: piano giovani), un continuo decadimento culturale, ed un enorme decadimento della dignità umana su tutti i livelli sociali che comporta l’aumento di malattie legate al benessere mentale! Perciò (paradossalmente), una guerra ci POTREBBE salvare a lungo termine, uno ennesimo (ma fatale) crollo bancario, una rivoluzione (magari anche culturale), o vedete voi qualcosa di veramente SHOCK che metta fine ad una mentalità malata e comune che si è iniettata nella carne delle genti fino a darci il consenso,adesso, nell’asserire che, chi ci governa rappresenta “la moda anni 2000” di cui tutti (o quasi) siamo autori ,taciti sostenitori ed invidiosi criticoni.
Abbiamo smascherato tutto ciò? perfetto, stimoliamo questo shock, ma se un giovane neolaureato decide di andarsene, farsi la sua vita e provare a guardare la nostra realtà dall’esterno, confrontarla e individuarne le innumerevoli falle, lasciamo che sia lui a decidere se tornare (magari per le vacanze) o meno! senza elevarci al grado di promulgatori di una rivoluzione sociale che necessita ancora e ancora e ancora sfacciata dell ultimo respiro di giovani carni la cui realtà sociale non ha permesso nemmeno l’ombra (reiterando falsità) di un cambiamento. Stimoliamo questo shock, poi ne riparliamo!
Luigi Benincasa, 23 anni, sono in Sicilia e fino a quando reggo ci resto!
Buonasera, lascio anch’io il mio contributo rispetto all’argomento di cui si parla.
Credo che il tema scuola sia un argomento importante e che molto si dovrebbe fare per rinnovarla, ma purtroppo, a mio avviso non basta.
Bisogna creare nuove politiche nel mondo del lavoro, nuove prospettive e valorizzare le nuove figure professionali.Bisogna costruire un “ponte” che colleghi realmente la scuola con il mondo del lavoro. Far capire ai più giovani l’importanza di una carriera professionale così che il percorso scolastico non sia fine a se stesso.
Ho 29, sono siciliano fino all’ultimo cromosoma ma quasi dieci anni fa ho lasciato la mia terra, perchè ho capito che forse non mi avrebbe dato gli strumenti per crescere e costruire il mio futuro.
A differenza di come molti sostengono, credo che lasciare la propria terra sia una delle cose più tristi, difficili e traumatiche, ma rispetto profondamente anche chi dice “preferisco rimanere qui e lottare”.
Quanti di questi, però lo dicono con spirito di coraggio?
Quanti di questi, oggi rimangono in assenza di possibilità o di un lavoro?
Niente di più vero della frase «Con la morte dei nonni non ci saranno nemmeno più i soldi delle loro pensioni ad aiutare quei ceti familiari che già boccheggiano».
Oggi, dopo un percorso lungo,fatto di rinunce e sacrifici, faccio un lavoro e una vita che amo. Me la sono costruita io,passo dopo passo e con gli strumenti giusti.
In sicilia ho anche un fratello di 36 anni con moglie e figli, che dopo esser stato costretto a chiudere la propria attività, ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita a seminare debiti, a lavorare come precario e a polverizzare la pensione di nostro padre!
Sarò forse irrispettoso nel dire di aver fatto le scelte giuste,ma ho scelto il mio futuro e lo garantirò ai mie figli.
Marco Di Grande.
Primo e ultimo libro comprato (ahime’) di questo, a mio avviso, cervellotico e incomprensibile “scrittore” che fa dell’antigiornalismo sconclusionato il suo cavallo di battaglia. Per i siciliani che vivono nell’entroterra si intuisce chiaramente lo scopo di questo libro: gettare fango in Sicilia su tutto e tutti per far emergere la “candida” figurona di un “Orco buono”, un novello “Lorenzo il Magnifico, che fa di necessità, virtù”, ingiustamente escluso, a suo avviso e non certo di quelli dei siciliani onesti, delle ultime elezioni per la sua “presunta” impresentabilita’.
Le “fanfaronate” di questo “trombettiere”, come lo definisce degnamente lo scrittore Alfio Caruso a mio avviso hanno stancato ormai i lettori delusi e storditi dalle incomprensibili “piroette” a cui i normali lettori dotati di un normale cervello non sono abituati e non credo che le sue innumerevoli “presentazioni” in tutta la Sicilia faranno cambiare loro opinione.
Vedi: http://www.linkiesta.it cerca: buttafuoco, Raffaele lombardo, Sicilia, Anfuso, Crocetta.
Pingback: #HoLettoCose – Il Feroce Saracino (Pietrangelo Buttafuoco, Bompiani, 2015). | FrancescoMusolino.com
Pingback: «Oggi la questione non è religiosa, è metafisica». Pietrangelo Buttafuoco racconta “Il Feroce Saracino”. | FrancescoMusolino.com