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Il mio Stoleggendo. Alice Di Stefano racconta la sua esperienza da #readerguest

Alice Di Stefano

Alice Di Stefano

Amo molto Facebook; Twitter lo capisco poco. Un giorno però Francesco Musolino passa a trovarmi in casa editrice e, con quello che solo dopo ho capito essere il suo consueto entusiasmo, mi parla di tutto: di libri, di scrittura, festival, fiere, Roma, Messina e… Twitter. E proprio quel giorno, dalla sala riunioni della Fazi, parte il mio primo tweet. Ed è imprinting. Immediato.

Trascinante, vitale, energico, l’ideatore di @Stoleggendo (mi parlò subito del suo progetto, ovviamente) per me, oca selvatica alle prime armi, fu come una madre, del tipo di quelle descritte da Lorenz, sia chiaro. Da lì, e lì, l’invito a fare da #readerguest (parola a me sconosciuta), invito subito rifiutato data l’ignoranza del vocabolo e anche del mezzo. Circa due mesi dopo, due mesi di timidi tentativi su Twitter con l’account @alidiste e la foto del profilo col fritto di pesce, ecco che mi ritrovo annunciata come #readerguest per il 14 giugno e inserita in una lista di persone illustri, tutte tecnologicamente parlando senz’altro più abili e navigate di me. Panico. Paura. E ora che gli dico? Che non posso? Anche se nel frattempo, a dir la verità, mi ero un po’ impratichita con un paio di interviste cinguettanti che mi avevano molto divertita per le insolite modalità di comunicazione allargata a proposito di libri.

E arriva finalmente la sera che precede il grande giorno. Non ho più paura ormai, ho semplicemente rimosso, decidendo di andare a letto presto e pensando a tutt’altro. Leggi il resto di questa voce

Dietro un grande libro c’è (spesso) l’intuizione di un editor. Cristina Marino racconta “la scoperta” di Stoner

Cristina Marino

Cristina Marino

Chi c’è dietro un successo editoriale? Cosa determina il trionfo di un titolo in libreria? Certamente i lettori che l’hanno scedownloadlto e acquistato; i librai, poiché l’hanno selezionato fra tanti, consigliandolo ai clienti; e infine l’editore che l’ha pubblicato e promosso, investendo su quell’autore, dandogli fiducia. Tutto qui? Non proprio. Alla base del successo del libro c’è la compartecipazione di tanti fattori e una buona dose di fortuna ma non si può tralasciare il lavoro di scouting ed editing sul testo ovvero il ruolo giocato dagli editor. In genere di loro si sa ben poco (lo fu Italo Calvino per Einaudi e molto si è detto del rapporto fra Raymond Carver e Gordon Lish) salvo nei momenti d’improvvisa notorietà, come nel caso di Cristina Marino, editor per Fazi editore: si deve proprio a lei la scoperta di “Stoner”, il libro firmato dal compianto scrittore americano John E. Williams, eletto libro dell’anno 2013 a furor di popolo. Cristina Marino – editor romana classe ‘78 – ha già all’attivo altri colpi importanti, su tutti il ritorno in Fazi di Elizabth Strout con la pubblicazione di Olive Kitteridge – con cui l’autrice vinse il Premio Pulitzer nel 2009 – e la scoperta per il pubblico italiano di Kevin Wilson (“La famiglia Fang”, 2012) e Shane Stevens, (“Io ti troverò”, 2010). Uscirà proprio oggi, attesissimo, l’ultimo inedito di John Williams, “Nulla solo la notte” (Fazi editore, pp.144 €13,50) eppure è ancora forte e in modo sorprendente, la Stoner-mania.

«Appena ho terminato di leggerlo, nel 2010, avevo la chiara sensazione che Stoner fosse un testo forte, capace di descrivere con onestà la vita di un uomo semplice». Era un libro eccezionale? «Sì, aveva una scrittura illuminante ma la potenza dell’editore e la grande operazione promozionale hanno senz’altro avuto un peso determinante». “Nulla, solo la notte”, è il romanzo d’esordio di Williams – scritto a vent’anni fra il ’42 e il ’45 – in cui si racconta l’intera giornata di un dandy californiano, Arthur Maxley, scandita da alcuni disparati incontri con, sulla pagina, l’eco delle domande fondamentali fatalmente senza risposta. Come in Stoner – in cui si racconta la vita di un uomo semplice che si affranca faticosamente dalla vita contadina – non è la sinossi a destare sensazione ma la scrittura, la sua impressionante chiarezza sulla pagina. Oggi Stoner è un fenomeno dell’editoria mondiale «ma noi acquisimmo i diritti senza alcun asta, nessuno sapeva chi fosse Williams. Eppure – prosegue la Marino – quando venne ristampato in America nel 2010, vendette 50 mila copie ed ebbe grandi recensioni, inclusa quella del premio Oscar, Tom Hanks, che ha già annunciato di voler portare Stoner sul grande schermo».

Francesco Musolino®

Fonte: La Gazzetta del Sud