Matera, i Sassi, le scrittrici, e quella genialata che è il WFF. Alessia Gazzola racconta

Alessia Gazzola
Alessia Gazzola

Non è la mia prima volta, bensì la seconda, e confesso che già da quei giorni di settembre del 2011 avevo sempre sognato un ritorno.

L’invito arriva in un momento in cui non ne accetto nessuno, ma il WFF non è cosa che si rifiuta, perché a Matera, in quei giorni di pura magia, qualunque scrittrice capisce perché lo è.

Nella mutevolezza delle luci di una città incantevole, nella sofferenza della vita nei sassi che si è trasformata in resilienza, respirando l’aria pungente che sorprende chi ormai è convinto di vivere in una perenne estate, Matera regala incontri, parole, affinità.

Fai parte di una comunità alla pari in cui tutti convergono verso una celebrazione della scrittura declinata al femminile e non ti senti mai una stramba narrastorie – sì, ogni tanto io mi sento così. Continua a leggere “Matera, i Sassi, le scrittrici, e quella genialata che è il WFF. Alessia Gazzola racconta”

Stregata da Matera. Annarita Briganti racconta Women Fiction’s Festival

10671252_10204153658795805_3224141660819400412_nCosa fanno le scrittrici quando s’incontrano? Quello che fanno quando stanno nelle loro piccole case con i loro piccoli computer e i loro grandi pensieri. Discutono di editoria, cercano storie, mangiano, scopano, s’innamorano per due ore, interpretano autofiction – chi non ha mai pensato: mi comporto così e lo metto in un libro? – e vanno in giro per negozi, che a Matera riaprono alle quattro e mezza. La luce rosa, le nuvole rosa, le autrici presunte rosa, la via Riscatto e il supermercato Diva (esistono veramente). The Sassi Bookstore, le case nei Sassi e i film nei Sassi, compreso quello con Gesù, come mi hanno detto in albergo, lui in persona.

Nei matrimoni si lanciano coriandoli, usano ancora il voi, ci sono più chiese che locali, eppure ti sembra la New York del Sud con la vasca da bagno in camera da letto. Fanno tutti gli attori, l’edicolante ti guarda in faccia invece di colpirti con la mazzetta, i bar sfornano biscotti alle mandorle e meno male che non c’è la prova bikini. Non esistono le intolleranze e se chiedi il latte di soia ti prendono per pazza, mentre 80 cinesi girano un film e nella libreria del centro c’è ancora qualche copia del mio libro d’esordio, Non chiedermi come sei nata (Cairo), che mi ha portato al festival.

Ecco 18 cose belle che ho fatto, e che forse rifarò, all’XI edizione del Women’s Fiction Festival di Matera, dove ho partecipato per la prima volta da autrice e presentatrice. Non ci siamo fatti mancare niente. Risse, cuore e batticuore, ma sempre verissimi: Continua a leggere “Stregata da Matera. Annarita Briganti racconta Women Fiction’s Festival”

«@Stoleggendo. E continuerò a farlo». Adriana Falsone racconta i suoi giorni da #readerguest

Adriana Falsone
Adriana Falsone

@StoLeggendo. E continuerò a farlo. Un inizio, è vero, c’è sempre. Ma quel che conta è come scriviamo la storia e, magari ci avviamo alla fine. Che sarà un nuovo principio. Pieni di libri, di storie da raccontare e di vite da far vivere attraverso le nostre parole. O le loro, quelle degli autori che abbiamo scelto per rappresentarci. Un progetto nato per caso, una idea – del collega e amico Francesco Musolino – diventata collettiva, che ha permesso di far conoscere tra di loro uffici stampa, giornalisti, editor e appassionati al mondo dei libri. Ognuno con un percorso diverso.

Tre giorni per raccontarci. I titoli parlano per noi. Ecco perché nel mio percorso sono partita da una favola, anzi, una #TwiFavola. Un mondo incantato, di buoni sentimenti, in cui il bene e il male seppur con lotte e difficoltà, si incontrano e combattono. In quei giorni le “Favole al telefono” di Gianni Rodari hanno preso vita grazie a @Twitteratura e @StoLeggendo, due progetti che sposano la lettura. Dalle favole ai disegni passando per gli #eroiafumetti. Ed ecco che il mondo dell’antimafia è rivissuto attraverso i disegni di alcuni scrittori e giornalisti che in bianco e nero hanno raccontato un mondo a colori. Continua a leggere “«@Stoleggendo. E continuerò a farlo». Adriana Falsone racconta i suoi giorni da #readerguest”

«La scrittura è il mio mestiere». Claudia Priano intervista Pierre Lemaitre per @Stoleggendo

Pierre Lemaitre al Festivaletteratura di Mantova
Pierre Lemaitre al Festivaletteratura di Mantova

Ho incontrato Pierre Lemaitre in un caffè nel centro di Mantova, La Ducale in via Calvi, in un pomeriggio assolato. Ero preparata, avevo letto il libro con attenzione, l’avevo gustato calandomi nella storia, amandone e odiandone i personaggi, facendo le ore piccole sulle pagine di questa storia di guerra, dopoguerra, amicizia e sentimenti ed ero pronta a fargli domande, mi ero scritta l’ordine di quel che volevo chiedere all’autore di “Ci rivediamo lassù” edito da Mondadori.

Poi una volta davanti a lui, è nata una chiacchierata così ricca che le domande hanno cambiato assetto, alcune sono perfino cambiate.

Per chi non l’ha letto, sappia che è un romanzo sorprendente; chi invece seguiva Lemaitre prima, con i suoi polizieschi e thriller come Alex o Lavoro a mano armata, sappia che questo romanzo e tutta un’altra cosa. Questa è una storia nata dalla rabbia, soprattutto, precisa lo scrittore, per come sono stati trattati i reduci dopo la guerra. Dopo ogni guerra quei soldati che hanno fatto ciò che veniva loro chiesto, tornano a casa e non trovano più un posto nella società. I reduci sono oggetto di paura e di collera, lo scrittore ricorda quei vecchi che vedeva da bambino con le loro ferite sul viso e dappertutto, che erano le ferite della Francia, quelle vergogne che la Francia non voleva vedere e ricordare. E così come allora anche il mondo di oggi ha delle analogie e risonanze con il mondo cruento della guerra di allora. Questo succede ogni volta, e Pierre Lemaitre racconta nelle sue cinquecento pagine una vicenda straordinaria di forti contrasti e conflitti, di un debito e di una promessa. Continua a leggere “«La scrittura è il mio mestiere». Claudia Priano intervista Pierre Lemaitre per @Stoleggendo”

i libri hanno bisogno di essere protetti. Stefano Piedimonte racconta la tre giorni #readerguest su @Stoleggendo

Stefano Piedimonte
Stefano Piedimonte

Per fare il #readerguest nel progetto @Stoleggendo devi avere un buon telefono con la batteria sempre carica. Se hai due batterie è meglio. La partecipazionel-assassino-non-sa-scrivere è

straordinaria: lettori, scrittori, giornalisti, addetti ai lavori, si lasciano coinvolgere come una motivazione e un’urgenza commoventi. L’idea, per come la vedo io, è quella di stringersi intorno ai libri, come per proteggerli. E’ questo un momento in cui, al di là di ogni dubbio, i libri hanno bisogno di essere protetti. Vanno difesi, in un certo qual modo, se non da un vero e proprio rischio di estinzione (perché mai si estingueranno, è scontato), quanto meno da un ridimensionamento, da una messa all’angolo progressiva e inarrestabile.

E’ bello constatare ancora una volta come in periodi piuttosto claudicanti della nostra esistenza, quando è difficile perfino appassionarsi a qualcosa senza che ne si possa trarre profitto, un progetto del genere possa nascere e vivere grazie all’intraprendenza di un giornalista (un appassionato di libri, splendidamente fanatico, direi) e all’entusiasmo di chi vi partecipa; è bello anche constatare che se l’entusiasmo scarseggia come un metallo raro, è possibile, per noi, ritrovarlo fra le pagine, le citazioni, le immagini dei libri più amati.

Per me è stata una bellissima esperienza, e quella di Francesco è una splendida iniziativa. Teniamocela stretta.

 

Stefano Piedimonte, #readerguest progetto lettura @Stoleggendo 2-4 settembre (bis)