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Dal Premio Strega a Ester Viola. Consigli di lettura sotto l’ombrellone.

Edoardo Albinati

Edoardo Albinati

Sarà il turno del Premio Strega che ha vinto con merito o di un appassionante graphic novel sulla cucina siciliana? O magari, sotto l’ombrellone leggeremo un bel thriller ambientato in Svezia o un giallo dedicato alla scomparsa di Ettore Majorana? Con sessantamila titoli pubblicati, scegliere un buon libro da portarsi in riva al mare (o sul divano, con l’aria condizionata) è sempre più arduo. La Gazzetta del Sud vi propone una prima puntata, dedicata ai libri per l’estate. E buona lettura! Leggi il resto di questa voce

Dalla tv (e dal web) in libreria: i libri degli chef star.

 

Nel periodo delle feste, fra il pranzo della vigilia e il giorno dell’epifania, tutte le diete cadono in prescrizione. Non a caso uno dei buoni propositi più in voga per l’anno nuovo è quello di andare in palestra per recuperare la linea. Ma in questi giorni, con la complicità dell’ennesima tavolata con i parenti, è fin troppo facile cadere in tentazione, magari seguendo la ricetta di uno chef stellato o provando a reinterpretarla. Ma perché questi cuochi hanno tanto successo? Perché i talent culinari sono così popolari persino sui social? Secondo il saggista statunitense Michael Pollan, ci piace tanto guardare gli chef al lavoro in tv anche perché nella nostra società abbiamo delegato tutto agli specialisti ma l’atto del cucinare fa parte del nostro immaginario emotivo e finiamo per esserne irresistibilmente attratti. Che siano giorni di bagordi o di alimentazione rigidamente controllata, ecco una guida fra i libri di cucina più interessanti, passando dalla cucina stellata a quella povera, dalla pasticceria sino ai menù vegani.

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Woody, Federico Baccomo, Giunti. (“Gazzetta del Sud” – 28 ottobre 2015)

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«L’altro siamo noi». Igiaba Scego si racconta a #3DomandeCon.

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Igiaba Scego con Adua.

Che legame corre fra la grande Storia e i corpi? Cosa accade alla nostra natura fisica in un sistema fortemente coercitivo? Perché amiamo tanto raccontare le gesta degli eroi se, in fin dei conti, la realtà è fatta di sfumature di quotidianità? E infine, dove nasce la nostra incapacità nel voler comprendere l’Altro? In “Adua” (Giunti, pp.192 €13) romanzo densamente stratificato, la scrittrice, giornalista e attivista per i diritti umani, Igiaba Scego, compie un viaggio nella memoria colonialista con un romanzo a due voci, alternando la storia della giovane Adua a quella del più maturo Zoppe. Senza essere mai melensa né moralista, la Scego – già firma di “Internazionale” – ci invita ad accostarci al suo romanzo per specchiarci in esso e affrontare i nostri muri, quei preconcetti che ci impediscono di fare un fronte comune contro le ingiustizie e il razzismo dilagante nella nostra società occidentale. Oggi più che mai. Così Igiaba invita l’Italia a cogliere la sfida, «a meticciarsi», diventando «un paese per giovani, donne, bambini. Oggi non lo è».

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Chiara Moscardelli racconta “Quando meno te lo aspetti”: «dovremmo imparare ad amare la nostra vita».

Chiara Moscardelli

Chiara Moscardelli

Quando meno te lo aspetti” (Giunti editore, pp. 272) è il terzo romanzo dell’autrice romana Chiara Moscardelli. Una delle cifre più importanti per uno scrittore è senza dubbio la riconoscibilità della propria voce, l’autorevolezza della propria scrittura e da questo punto di vista la Moscardelli ha fatto centro. La sua nuova protagonista, Penelope Stregatti, è una principessa azzurra dei giorni nostri, una giovane donna che ha messo da parte – ma non del tutto – i sogni per affrontare le conseguenze del giorno dopo, il risveglio nel mondo reale. “Quando meno te lo aspetti” è una felice commedia degli equivoci che si intreccia con un mistero ambientato nel mondo aziendale, richiamando lo stile sornione di alcuni grandi classici del cinema da Sciarada Caccia al ladro.  Un libro da intendere come un concreto inno al carpe diem, alla felicità insita nelle piccole cose, nelle nostre vite anziché nei sogni futuri affinché l’incertezza che ci attende sia da intendere come un dono, non come una sventura certa.

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Professione abbandonologa. La scrittrice Carmen Pellegrino si racconta.

Carmen Pellegrino

Carmen Pellegrino

Alento è un borgo abbandonato e immaginario che sorge su una terra inesorabilmente destinata a franare, portandosi via tutto, la memoria in primis, dei luoghi così come degli abitanti. Alento è un simbolo, celebra il valore e l’importanza della lentezza in un’epoca in cui la velocità fagocita tutto. Alento, infine, rappresenta uno di quei luoghi – e sono migliaia lungo la nostra penisola – in cui il tempo si è fermato per sempre. E proprio qui, in questo borgo che non si trova nelle mappe, la scrittrice campana Carmen Pellegrino, ha voluto ambientare il suo romanzo d’esordio “Cade la terra” (Giunti, pp.220 €14), finalista alla 53° edizione del Premio Campiello e già vincitore del Premio Rapallo Carige Opera. In “Cade la terra” la Pellegrino parte dalle sorti segnate di Alento per raccontare soprattutto le vicende della sua ultima abitante, Estella e del suo desiderio di resistere, di tenere in vita la memoria delle anime degli scomparsi, ricomponendo le loro esistenze con un coro di voci e dialoghi dagli echi novecenteschi, restituendo così valore a chi viene dimenticato dalla storia e cancellato dal tempo. Grazie alla fortuna del suo libro e alla serietà dei suoi studi condotti sul campo, la Pellegrino (classe ’77) – dopo aver indagato alcuni dei nodi salienti della modernità, concentrando i suoi studi sui movimenti collettivi di dissidenza e successivamente concentrando i suoi studi sul  razzismo, l’esclusione sociale e le condizioni di sfruttamento dei migranti – ha posto le basi per la nascita dell’abbandonologia, ovvero una scienza dell’abbandono come forma di recupero alla coscienza del vissuto storico dei luoghi. La Gazzetta del Sud seguirà la fase finale del premio Campiello dialogando con i cinque finalisti – Marco Balzano con “L’ultimo arrivato” (Sellerio), Paolo Colagrande con “Senti le rane” (Nottetempo), Vittorio Giacopini con “La Mappa” (Il Saggiatore), Carmen Pellegrino con “Cade la terra” (Giunti) e Antonio Scurati con “Il tempo migliore della nostra vita” (Bompiani) partendo proprio dall’unica autrice femminile in gara (curiosamente la stessa proporzione di genere vista anche nella 69a edizione del Premio Strega), la scrittrice napoletana Carmen Pellegrino. Leggi il resto di questa voce

Regaliamo libri belli. Viaggio fra i libri-strenna

Lettere1Negli ultimi mesi si è molto discusso della pesante crisi che ha colpito il mercato editoriale in Italia – e non solo – complicando la vita alle librerie anche in virtù del fatto che i gruppi editoriali nostrani stanno iniziando a puntare, con maggiore decisione, sulle strategie digitali. Se è vero che “Un libro è un libro” – come recita lo slogan della campagna virale lanciata per omologare al 4% l’Iva fra ebook e i libri cartacei – è pur vero che quest’anno, piuttosto del classico regalo utile potremmo scegliere di acquistare – per gli altri ma soprattutto per noi stessi – un dono semplicemente bello. Con questa premessa, La Gazzetta del Sud, ha scelto di proporre ai propri lettori un’ampia selezione di alcuni libri-strenna perché è vero che un libro è sempre un libro ma …anche l’occhio vuole la sua parte. Leggi il resto di questa voce