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“Dal dolore dobbiamo trarre la forza per rinascere”. Intervista a Dorit Rabinyan al TaoBuk 2016

Dorit Rabinyan

Dorit Rabinyan

Liat ha appena conosciuto Hilmi. Si trovano a New York e le Torri Gemelle non ci sono più. Ogni amore nasconde insidie ma quello fra i due protagonisti di “Borderlife” (Longanesi editore, pp. 384 euro 16,90), il nuovo romanzo della scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, si presenta come una vera fatica d’Ercole. Perché lei è ebrea e fa la traduttrice mentre lui vive a Brooklyn, fa il pittore ed è palestinese. “Borderlife” è una grande storia d’amore impossibile che sfida la ragione e i tabù, un potente inno alla pace. Eppure questo libro è stato bandito dal ministero dell’Istruzione israeliano («è stato uno shock ma la comunità intellettuale mi ha sostenuta») perché considerato una “minaccia all’identità ebraica”. Un controsenso assoluto che ha spiazzato l’autrice, facendo ottenere una visibilità internazionale a questo romanzo il cui unico messaggio è quello di dare all’amore la chance di superare tutte le barriere. La scrittrice e sceneggiatrice israeliana Dorit Rabinyan è stata una delle protagoniste più attese della terza giornata della sesta edizione del TaoBuk International Book Festival, dialogando sulla terrazza dell’Archivio Storico di Taormina con lo scrittore Moni Ovadia sul tema “Che questo amore sia un’isola nel tempo”. Israele e Palestina nello stato libero della letteratura. Leggi il resto di questa voce

Jared Diamond: «voi europei siete troppo pessimisti sull’idea di futuro».

Jared Diamond

Jared Diamond

Jared Diamond parla tredici lingue. L’italiano, ad esempio, l’ha imparato per pura curiosità. Già vincitore del Premio Pulitzer con il monumentale saggio del 1997, “Armi, acciaio e malattie” (Einaudi, pp.414 €16), Diamond è uno studioso d’altri tempi, capace di spaziare dal campo della geografia a quello dell’ornitologia, dallo studio della genetica a quello della fisiologia, riuscendo infine a concentrare alla perfezione le sue conoscenze sulla società antropomorfizzata e le sue sorti evolutive. Nato a Boston nel 1937, oggi Diamond ha una cattedra di geografia e salute ambientale in California e una di geografia politica a Roma ma continua a studiare sul campo la flora, la fauna e la popolazione della Nuova Guinea, tanto da esserne considerato il massimo esperto mondiale. Divulgatore scientifico di eccellenza – ricordiamo anche “Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere” (Einaudi, pp.578 €24) – nel suo più recente libro del 2014, “Da te solo a tutto il mondo. Un ornitologo osserva le società umane” (Einaudi, pp.126 €13.40) si oppone fermamente alle spiegazioni scientifiche che giustifichino eventuali divari di ricchezza o di sviluppo sociale tra popolazioni umane dovute a presunte differenze cognitive o di attitudine. La ragione del successo di una nazione? «Un mix di fortuna, ingegno umano e risorse immediatamente disponibili sul territorio». È stato l’ospite più atteso della prestigiosa kermesse “Internazionale a Ferrara” e in tale occasione la Gazzetta del Sud lo ha intervistato, con un occhio già rivolto alle prossime elezioni presidenziali negli States. Leggi il resto di questa voce

«Un uomo, un voto. Da questa consapevolezza partono tutti i cambiamenti». Luis Sepúlveda a Taormina racconta le sue battaglie.

Luis Sepúlveda

Luis Sepúlveda

Seduto nel giardino all’aperto dell’Hotel San Domenico di Taormina, Luis Sepúlveda fuma una sigaretta fatta a mano e parla di letteratura, con passione. E’ la star della quarta edizione del TaoBuk festival – kermesse letteraria presieduta da Antonella Ferrara che si concluderà il prossimo venerdì 26 – e ascoltandolo parlare si ha la netta sensazione che sia una di quelle persone che merita il grande successo ottenuto. Quasi sessantacinquenne (li compirà il prossimo 4 ottobre) gli occhi di questo pluripremiato e amatissimo scrittore cileno, emanano una grande serenità quando confessa di non aver mai coltivato l’odio per i suoi aguzzini, nonostante abbia passato più di due anni e mezzo in una minuscola cella a seguito del colpo di stato militare che, nel 1973, depose l’allora presidente cileno, Salvator Allende. Da allora la vita di Sepúlveda è stata incentrata all’attivismo civile – al fianco dell’Unesco e Greenpeace – e dopo anni da cronista e inviato speciale in Africa e Sud America, nel 1989 cominciò a scrivere narrativa. Con enorme successo. Ospite a Taormina per ritirare il TaoBuk Award, il legame di Sepúlveda con la Sicilia è forte e radicato nel tempo – nel 1999 ritirò ad Agrigento l’Efebo d’Oro e questa è la sua quarta visita sull’isola – e la sua passione per la scrittura è sempre forte: «ho scritto una nuova fiaba, parlerà di un cane molto speciale e un libro di racconti. Ed entro l’anno spero di terminare un nuovo romanzo».

Lei sembra perfettamente a suo agio in Sicilia…

«Sì, questa terra è parte della mia geografia sentimentale. E’ un luogo così diverso dal resto d’Italia, al confine con l’Europa, qui ci si sente veramente nel sud del mondo.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Camilleri rappresentano il suo legame narrativo invece.

«Quando lessi la definizione della malinconia di Tomasi di Lampedusa, la felicità dell’essere triste, mi colpì ma io non volevo essere un uomo melanconico. Camilleri è un grande maestro, un vero amico, capace di scrivere in un modo che riecheggia lo stile classico ma al tempo stesso è modernissimo. Mi colpisce sempre il trattamento dei suoi personaggi, unico nella letteratura contemporanea. Camilleri è uno scrittore impressionista, capace di dire molto con poche parole». Leggi il resto di questa voce

Giuliana Altamura si racconta: «La paura è condizione necessaria della crescita»

Giuliana Altamura

Giuliana Altamura

Corpi di Gloria (Marsilio, pp.176 €16) è il romanzo d’esordio della scrittrice Giuliana Altamura già vincitore del Premio Rapallo Carige Opera Prima 2014. Al centro della narrazione, fluida e molto visiva nelle sue descrizioni, c’è il racconto dell’estate di un gruppo di giovani figli della provincia pugliese. Il disturbo alimentare di Gloria, il difficile confronto con l’immobilismo del sud italiano del fratello Andrea, l’inevitabile ingerenza della droga, il valore del sesso e quello dei soldi entrano in pagina in modo diretto ma non subdolo, con una scrittura chiara e scorrevole mai povera o scontata. In un villaggio di Riva Marina dove tutte le case sono uguali e il tempo scorre lento come se i minuti fossero intrisi di colla, va in scena una rappresentazione della generazione dei ventenni odierni che sfugge a tanti cliché: ecco perché il libro d’esordio di Giuliana Altamura, Corpi di Gloria, dovrebbe essere una lettura d’obbligo nei licei italiani.

Hai dichiarato: “Il mio Sud è una metafora dell’adolescenza, di un tempo sospeso, un limbo dentro un’estate che volge al termine”. Qual è stata la scintilla di Corpi di Gloria?

Tornando in Puglia ogni estate e osservando il cielo del Sud, terso e luminosissimo, mi sono resa conto di quanto la sua bellezza fosse atroce, splendida e allo stesso tempo paralizzante, capace di immobilizzare ogni cosa. Ho collegato questo sentimento di sospensione, terribile e affascinante insieme, al limbo dell’adolescenza – un’estate che sembra eterna, ma che dovrà presto finire, esattamente come quella vissuta dai miei personaggi, destinati come tutti all’ineluttabilità della crescita. Leggi il resto di questa voce